Come nasce un gruppo LIA

Riflessioni sulla nascita del gruppo di Trieste, di Piero Guglielmino

Ho desiderato per tanto tempo che ci fosse un gruppo LIA a Trieste. Perché?

Perché mi sembrava assurdo che non ci fosse, in questa città che ha fatto e fa ancora la Storia della Letteratura per bambini e ragazzi. 

Perché mi ero un po' stancato di essere una presenza solo "virtuale" su Facebook, uno dei pochi papà lettori del gruppo, una presenza molto costante ma senza un contatto fisico, uno sguardo, una stretta di mani.


Perché tre anni fa, grazie a un triestino molto noto a tutti noi, in tutta Italia, il Prof. Livio Sossi, ho scoperto questo mondo di libri scritti e disegnati con grande arte, libri che mi hanno aperto la mente e mi hanno incoraggiato a intraprendere un percorso di lettura con mio figlio, sin dalla gravidanza.

Perché sono un italiano residente all'estero e, nonostante sia tanto vicino all'Italia, mi manca un contatto reale e costante con parlanti la mia madrelingua.

Ci sarebbero tanti altri perché, alcuni forse li scoprirò strada facendo, adesso volevo solo condividere con voi quello che mi suggerisce la "pancia". Adesso il gruppo c'è. E io ho avuto in dono la possibilità di guidarlo.

Come mi sento? Cosa mi aspetto? Ne sarò all'altezza?

IL GRANDE GIORNO!

Il nostro gruppo è partito con un incidente, una cosa da niente secondo me, un piccolo ostacolo che ha portato una bella sorpresa. Dovevamo vederci all'Antico Caffè San Marco, un luogo molto significativo per chiunque ami leggere. Qui venivano James Joice e Italo Svevo, solo per fare qualche nome del passato (oggi ci potete incontrare il grande scrittore sloveno Boris Pahor). Il posto mi era stato consigliato dai triestini (non faccio nomi perché non ha importanza) ma solo pochi giorni prima dell'incontro Paola Pini mi fa notare che il lunedì (giorno fissato per la nascita di LIA Trieste) il Caffè è chiuso. 

Panico!!! ... ma solo per pochi minuti...

Allora ci vediamo all'aperto! Vicino al San Marco c'è un bel Parco, me lo ricordo, l'ho intravisto l'ultima volta che sono venuto in città. Il tempo è bello e ci sarà anche più spazio, nel caso saremo in tanti (ma quanti???) Bene, convinco i pochi partecipanti confermati che ci vedremo davanti al San Marco e da lì ci spostiamo al Parco. 

Poi arriva il gran giorno e io vengo a Trieste 3 ore prima. Devo essere sicuro che dentro il Giardino Pubblico ci sarà un bell'angolo appartato, abbastanza grande e non troppo rumoroso. Lo trovo, è perfetto, uno spazio circolare con delle panche di ferro, tutto circondato da enormi alberi. E io ho in macchina anche altre 4 sedie, in caso saremo tanti (sì, ma quanti???).

Ora so che il posto c'è e sono sicuro che almeno a Silvia Corridoni, la mia compagna ancora "virtuale" in questa avventura, piacerà. Tra l'altro, non vi sembra incredibile che una romana e un catanese siano stati i promotori di un gruppo triestino?

Intorno alle 16.45 sono seduto in un baretto a bermi un caffè (si dice un nero a Trieste!) e incominciano ad arrivarmi messaggi e telefonate: Paola Pini e Silvia un po' preoccupate di come concretamente inizieremo l'incontro. Mi scolo il nero e mi fiondo al San Marco, dove con grande sorpresa trovo altre persone, oltre a Silvia e Paola. Bello, siamo già un bel gruppo. 

Presto percepisco che molti aspettano il nostro ospite illustre, la vera GUIDA nel mondo della letteratura infantile, il Prof. Sossi. Tranquillizzo tutti, che presto arriva, e infatti lo vediamo da lontano, con una grande busta. Io so già che dentro ci sono libri, TANTI LIBRI!


Arrivato Sossi aspettiamo ancora un po' e dopo ci incamminiamo al Parco. Io chiedo a qualcuno di aiutarmi con le sedie perché anch'io ho portato TANTI LIBRI, e poi ho una coperta grande da stendere per terra (perché sapevo che ci sarebbero stati TANTI LIBRI), e una bottiglia d'acqua frizzante dalla Slovenia (eh già, l'acqua slovena è particolare), e una vaschetta con delle more che avevo raccolto di mattina nel bosco intorno casa mia, in Croazia.

Arriviamo nel nostro angolo, ci sediamo, LIA Trieste è già nato!





4 commenti:

  1. Più che un "incidente" lo chiamerei un piccolo fortunato contrattempo.
    E adesso... a venerdì 17!
    Orca!
    Per i superstiziosi, è una eptacaidecafobia, cioè la paura del numero 17! Abbinato poi al venerdì, in Italia e altri paesi di origine greco-latina è ritenuto particolarmente sfortunato.
    E allora? Beh, direi che sarà la volta buona per dimostrare che si tratta solo di superstizioni! 😉 😊 😃 😄

    RispondiElimina
  2. Ohps, che figura!
    Comunque il 17 rimane! ; - )

    RispondiElimina
  3. Bellissimo! Bravo, brave! Buon futuro e chissà che magari una volta riesca a venirvi a trovare... ma già faccio difficoltà ad arrivare a Verona!!!

    RispondiElimina