DIVERSITÀ.
Una parola che può spaventare, creare imbarazzo, vergogna, … Spesso la paura è la semplice conseguenza della conoscenza troppo superficiale di una situazione; ci spaventa ciò che si discosta dalla routine quotidiana, abbiamo paura di una situazione nuova e/o diversa perché non sappiamo cosa aspettarci, mancano i punti di riferimento che ci fanno sentire al sicuro.
Eppure la diversità, se la analizziamo utilizzando la logica, altro non è che l’unicità. Diversità è una parola che talvolta viene associata a eventi, persone o cose spiacevoli mentre unicità fa pensare a qualcosa di unico, raro e speciale. Eppure queste due parole, che sembrano diverse, hanno tanto in comune. Noi esseri umani siamo tutti diversi, unici e speciali. A volte sostituire diversità con unicità può aiutarci ad avere meno paura e a generare una sensazione più positiva.
Il tema di questo mese di LIA mi è molto caro per diversi motivi. Da parecchi anni regalo una piccola parte del mio tempo libero ad alcune associazioni che si occupano di malattie rare. Questo impegno mi ha portato a conoscere tante persone, una di queste è la mia amica e socia Raffaella. Io e Raffaella abitiamo in due località della Romagna molto vicine: Viserba e Santarcangelo. Ci siamo conosciute grazie ad un’associazione nell'ottobre del 2012, abbiamo entrambe due figli che frequentano il secondo anno della scuola primaria, (lei ha anche un bimbo più piccino), e quindi diversi interessi in comune tra cui i libri, le letture animate, gli spettacoli per bambini…
Quando arriva la primavera si presenta un problema:
tutti i bambini vanno al parco giochi dove possono sfogarsi e divertirsi correndo, saltando, scivolando, dondolandosi sull'altalena. Mio figlio lo può fare ma il figlio di Raffaella no perché nella sua unicità ha una caratteristica che gli impedisce di saltare, correre e salire le scale. Cammina lentamente e spesso usa la carrozzina per spostarsi in maniera più agevole. Come può un bambino andare sullo scivolo se non può salire le scale? Come può sedersi sulla tavoletta di un’altalena se fatica a mantenere l’equilibrio? Non lo fa… Infatti al parco insieme non ci siamo quasi mai andati. Però, se è vero che siamo tutti uguali, ognuno con la propria “diversità”, e che abbiamo tutti gli stessi diritti… Perché il figlio di Raffaella non può divertirsi al parco come gli altri bambini? Lo sapete che uno dei diritti sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia è il gioco? Incredibile vero? E così nasce l’idea di Raffaella: abbiamo due bambini che hanno gli stessi diritti, tra cui quello al gioco, e vogliono giocare insieme al parco ma non possono: facciamo qualcosa!
Nel marzo 2014 iniziamo a contattare i quotidiani locali inviando articoli in cui denunciamo l’ingiustizia e contemporaneamente chiediamo di incontrare il Sindaco di Santarcangelo. La strada è stata lunga, impegnativa e costellata di ostacoli ma dopo quasi un anno il parco centrale della città è stato dotato di un gioco inclusivo. Di cosa si tratta? Di un gioco che non divide, non diversifica, non esclude ma include tutti i bambini. Un gioco che può essere utilizzato da un bambino che usa la carrozzina, da un bimbo ipovedente o da un bimbo con disabilità intellettiva e, cosa importantissima, anche da un bambino normodotato.
Il tema di questo mese mi è particolarmente caro perché da più di un anno io e la mia amica Raffaella abbiamo deciso, oltre a portare avanti il nostro impegno concreto nelle città in cui viviamo, di provare a sensibilizzare le persone riguardo i parchi giochi inclusivi. In Italia esistono pochissimi parchi che permettono a tutti i bambini, ognuno in base alle proprie abilità/capacità, di giocare insieme nello stesso luogo e con le medesime attrazioni. Ci piacerebbe che questi parchi sorgessero in tante, tante, tantissime città italiane così che tutti i bambini possano conoscersi, accettare a vicenda la propria diversità/unicità, e diventare amici.
Una parola che può spaventare, creare imbarazzo, vergogna, … Spesso la paura è la semplice conseguenza della conoscenza troppo superficiale di una situazione; ci spaventa ciò che si discosta dalla routine quotidiana, abbiamo paura di una situazione nuova e/o diversa perché non sappiamo cosa aspettarci, mancano i punti di riferimento che ci fanno sentire al sicuro.
Eppure la diversità, se la analizziamo utilizzando la logica, altro non è che l’unicità. Diversità è una parola che talvolta viene associata a eventi, persone o cose spiacevoli mentre unicità fa pensare a qualcosa di unico, raro e speciale. Eppure queste due parole, che sembrano diverse, hanno tanto in comune. Noi esseri umani siamo tutti diversi, unici e speciali. A volte sostituire diversità con unicità può aiutarci ad avere meno paura e a generare una sensazione più positiva.
Il tema di questo mese di LIA mi è molto caro per diversi motivi. Da parecchi anni regalo una piccola parte del mio tempo libero ad alcune associazioni che si occupano di malattie rare. Questo impegno mi ha portato a conoscere tante persone, una di queste è la mia amica e socia Raffaella. Io e Raffaella abitiamo in due località della Romagna molto vicine: Viserba e Santarcangelo. Ci siamo conosciute grazie ad un’associazione nell'ottobre del 2012, abbiamo entrambe due figli che frequentano il secondo anno della scuola primaria, (lei ha anche un bimbo più piccino), e quindi diversi interessi in comune tra cui i libri, le letture animate, gli spettacoli per bambini…
Quando arriva la primavera si presenta un problema:
tutti i bambini vanno al parco giochi dove possono sfogarsi e divertirsi correndo, saltando, scivolando, dondolandosi sull'altalena. Mio figlio lo può fare ma il figlio di Raffaella no perché nella sua unicità ha una caratteristica che gli impedisce di saltare, correre e salire le scale. Cammina lentamente e spesso usa la carrozzina per spostarsi in maniera più agevole. Come può un bambino andare sullo scivolo se non può salire le scale? Come può sedersi sulla tavoletta di un’altalena se fatica a mantenere l’equilibrio? Non lo fa… Infatti al parco insieme non ci siamo quasi mai andati. Però, se è vero che siamo tutti uguali, ognuno con la propria “diversità”, e che abbiamo tutti gli stessi diritti… Perché il figlio di Raffaella non può divertirsi al parco come gli altri bambini? Lo sapete che uno dei diritti sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia è il gioco? Incredibile vero? E così nasce l’idea di Raffaella: abbiamo due bambini che hanno gli stessi diritti, tra cui quello al gioco, e vogliono giocare insieme al parco ma non possono: facciamo qualcosa!
Nel marzo 2014 iniziamo a contattare i quotidiani locali inviando articoli in cui denunciamo l’ingiustizia e contemporaneamente chiediamo di incontrare il Sindaco di Santarcangelo. La strada è stata lunga, impegnativa e costellata di ostacoli ma dopo quasi un anno il parco centrale della città è stato dotato di un gioco inclusivo. Di cosa si tratta? Di un gioco che non divide, non diversifica, non esclude ma include tutti i bambini. Un gioco che può essere utilizzato da un bambino che usa la carrozzina, da un bimbo ipovedente o da un bimbo con disabilità intellettiva e, cosa importantissima, anche da un bambino normodotato.
Il tema di questo mese mi è particolarmente caro perché da più di un anno io e la mia amica Raffaella abbiamo deciso, oltre a portare avanti il nostro impegno concreto nelle città in cui viviamo, di provare a sensibilizzare le persone riguardo i parchi giochi inclusivi. In Italia esistono pochissimi parchi che permettono a tutti i bambini, ognuno in base alle proprie abilità/capacità, di giocare insieme nello stesso luogo e con le medesime attrazioni. Ci piacerebbe che questi parchi sorgessero in tante, tante, tantissime città italiane così che tutti i bambini possano conoscersi, accettare a vicenda la propria diversità/unicità, e diventare amici.
Un tema importante perché i bambini sono la generazione di adulti del futuro e credo che ogni genitore abbia il desiderio di insegnare al proprio figlio il rispetto per il prossimo. Se tutti avessimo più rispetto il mondo sarebbe migliore. A volte i bambini fanno domande scomode, vi chiederanno “perché quel signore è seduto e non cammina?”, “perché quella signora ha una mano così strana?”, “perché quel bambino parla male?”. Il tema di questo mese, con l’aiuto di un buon libro, (ce ne sono alcuni che sono dei piccoli capolavori), spero sarà spunto di interessanti chiacchierate con i vostri figli, imparerete qualcosa insieme ai vostri bambini. Siate aperti, informatevi e rispondete con poche e semplici parole. Spiegate ai vostri bambini che gli esseri umani, gli animali, le piante, ... Siamo tutti somiglianti agli esseri della nostra specie ma siamo anche diversi, unici e speciali. Sarebbe bello se ognuno di noi, dopo aver parlato con i propri figli, si domandasse “come mai non si vedono bambini con disabilità nei parchi giochi?”. Non se ne vedono perché spesso non possono utilizzare i giochi classici installati nella maggior parte delle aree gioco delle nostre città! Potreste anche domandarvi cosa potete fare voi perché i vostri figli crescano insieme a tanti altri bambini uguali e diversi, cosa potete fare perché tutti i bambini possano far valere il loro diritto al gioco? Potreste prendere carta e penna e scrivere una lettera al Sindaco della vostra città chiedendogli di impegnarsi, in futuro, a sostituire i giochi rotti od usurati con strutture inclusive. Stesso discorso per i nuovi progetti: perché scegliere giochi classici se esistono strutture che possono essere utilizzate da tutti i bambini? Non sto parlando di un’altalena per carrozzine, (che ultimamente è di moda installare come simbolo di sensibilità verso i disabili ma purtroppo può essere utilizzata solo da bambini che usano la carrozzina escludendo dal gioco bimbi con disabilità diverse o normodotati), ma di giochi per tutti: giochi inclusivi!
Se volete saperne di più potete visitare il blog di quelle due matte mamme romagnole: Parchi per tutti e magari cliccare Mi Piace sulla pagina facebook Parchi con giochi accessibili per tutti i bambini.
Claudia Protti (visitate anche il suo blog... Mamma Claudia e le avventure del Topastro)
Nessun commento:
Posta un commento