indovina l'illustratore #8: Alessandro Sanna e lo scorrere del suo Fiume Lento

Per il mese dei Silent book (o Wordless), abbiamo lasciato spazio all'opera di Alessandro Sanna, illustratore, pittore e artista nato a Nogara (VR) nel 1975. Premio Andersen con Fiume Lento, narrazione silenziosa del ritmo naturale e stagionale di un angolo antico della nostra terra, la densa e nebbiosa Pianura Padana.


Per parlarci di lui abbiamo chiesto l'aiuto di una nostra amica, Simona Calissano. Insegnante di scuola dell’infanzia e mamma, appassionata di storie e illustrazioni, si è laureata, udite udite, con una tesi su Alessandro Sanna. 

Di Alessandro Sanno hanno detto  che "sviluppa la sua immaginazione tra le folte nebbie della pianura Padana e grazie all’influenza del grande fiume Po.". 


Forse è per questo che Simona si è innamorata della danza evocativa e misteriosa degli acquerelli di Sanna.

Lasciamo la parola a Lei, che ci guiderà nel mondo evocativo dell'artista. 

Valeria






Togliere invece che aggiungere
vuol dire riconoscere l’essenza delle cose
e comunicarle nella loro essenzialità”.



Bruno Munari




Non bisogna spandere indifferentemente parole su un foglio bianco quando non ce n’è bisogno” scrive Ermanno Olmi nella sua breve introduzione al capolavoro di Alessandro Sanna. Le parole del regista, asciutte e vere, sono perfette per spiegare l’essenza dello stile dell’Artista italiano. Sono parole, inoltre, che regalano una delle definizioni più semplici e, al tempo stesso, più immediate e pregnanti di silent book. Nei libri come “Fiume Lento” non ci sono parole, perché le illustrazioni di squisita eleganza e di forte impatto emotivo parlano senza bisogno di aggiungere un testo. Le immagini, infatti, danno vita a molteplici e densi significati che dialogano col mondo interiore del lettore, il quale diventa egli stesso un narratore, una cassa di risonanza non per una, ma tante storie






Le illustrazioni risuonano nell’animo di chi le osserva, portano a galla sensazioni e sentimenti, evocano una capacità di immaginazione tutta personale. Forse anche per questa “libertà” e per le infinite possibilità che spalancano, i silent book non di rado “spaventano” gli adulti, i quali si sentono perduti senza un testo cui ancorarsi; mentre sono immediatamente e pienamente accolti dai piccoli, proprio perché letture accessibili e senza età. Il mondo dell’illustrazione è particolarmente vicino al pensiero del bambino: assai stimolante per lo sviluppo cognitivo, costituisce anche uno strumento molto efficace per imparare a riconoscere, affrontare e restituire le emozioni. Il libro offre una mediazione, un filtro proprio grazie alle figure che danno forma e colore al vissuto dei più piccoli (e non solo). Del resto, non bisogna dimenticare che la cultura contemporanea è caratterizzata da un predominio delle immagini: da qui l’importanza di imparare a guardare e di educare al gusto. 





Fiume Lento è un libro fluido, la scelta dell’acquarello è quella apparsa più naturale: “per fare il cielo ci vuole acqua, per fare la terra ci vuole acqua, per fare tutto ci vuole acqua” ha spiegato Sanna in un’intervista. “L'acqua soprattutto direi che mi affascina perché non la puoi impugnare, non la puoi predare e poi è la grande madre della vita assieme all'aria”. Infatti nell’opera il Grande Fiume è una metafora della creazione e dell’esistenza. Le stagioni che si susseguono in maniera circolare e la natura come protagonista (sia quando dispensa i suoi doni, nel rigoglio della primavera, sia quando colpisce e ferisce, come durante un’alluvione) sono i temi universali del libro. Un testo che potremmo definire anche “cinematografico”, sia perché sfogliandolo sembra di scorrere una pellicola (dove le tavole rappresentano i fotogrammi), sia perché si tratta, in fondo, di un omaggio all’arte di saper osservare: frequenti gli omaggi alla pittura (Antonio Ligabue) e al cinema stesso (“Riso amaro”). Il ricordo va allo stesso Olmi (che ha dedicato film e documentari al fiume Po), ma anche a Paolo Rumiz e al suo “Morimondo”; infine, pur nella diversità di ambientazione, la cura minuziosa dei particolari, delle atmosfere e l’amore reverenziale per la natura richiamano Mario Rigoni Stern e i suoi splendidi, sobri racconti sulla natura, gli animali e gli uomini semplici.
Come già accennato, la scelta tecnica è ricaduta sugli acquarelli realizzati su sfondo bianco, le cui tinte seguono il ritmo naturale, da scure e fredde a più luminose e calde. La narrazione si suddivide in quattro capitoli, ciascuno dei quali dedicato ad una stagione (a partire dall’autunno). La prima tavola di ciascun capitolo si espande su tutto il foglio, mentre nelle pagine successive troviamo tre o quattro tavole che si susseguono una sotto l’altra, con una pausa sottile. Agli elementi naturali (l’acqua, il cielo) è lasciato molto spazio, mentre le figure umane sono quasi sempre piccole (a suggerire la forza soverchiante della natura stessa). Lungi dall’essere statici, i disegni suggeriscono il movimento (dell’acqua, delle nuvole, del vento, degli uccelli in volo) e anche la musicalità (della pioggia, della danza dei fiocchi di neve o dei semi primaverili). Eleganti e vibranti, le illustrazioni si prestano ad essere “lette” più e più volte, per coglierne tutte le sfumature di colori e trame.




Le pagine numerose e dense e l’ampio formato sono un invito a prendersi del tempo lento per immergersi (è proprio il caso di dirlo!) nella lettura.


“Il fiume per me è una dimensione mentale ed è appunto quella dimensione che mi ha portato a creare le immagini che sono diventate libro. Un romanzo o un poema per immagini sul fiume Po. Un libro realizzato con acqua e colori alchemicamente mescolati e cucinati per restituire le emozioni del cielo e della terra che fanno da sfondo al fiume. Al mio fiume mentale”.
Alessandro Sanna



Simona cura un blog personale, “Leggo per te”, e l’omonima pagina facebook; gestisce la rubrica sui libri per l’infanzia del webmagazine “Le Nuove Mamme”

Calendario eventi dicembre 2014


Ecco a voi il calendario degli eventi di dicembre! 


Martedì 9 dicembre
- Biella: libreria Cappuccetto Giallo alle 20.45

Mercoledì 10 dicembre
- Varese: Dondolibro (Busto Arsizio) alle 21.00
- GenovaLibreria L'albero Delle Lettere alle 18

Giovedì 11 dicembre
- Milano (Vimodrone): Libreria Librambini alle 21

Venerdì 12 dicembre
- Bologna (Casalecchio): Biblioteca "Casa della Conoscenza" alle 18.00
- Nettuno, alla associazione Con_Tatto alle 14.30

Domenica 14 dicembre
- Ostia: libreria Book Felix alle 10.00
- RomaAssociazione Altramente alle 16.00

Lunedì 15 dicembre
- TrevisoBiblioteca Comunale di Spresiano alle 17.00
- Verona: Libreria L'Aquilone alle 20.00
- Roma 2Libreria Cavour (c. commerciale La Noce - San Cesareo) alle 17.00

Martedì 16 dicembre
- SavonaAtelier di Architettura alle 18.00
- Reggio Emilia: Biblioteca San Pellegrino alle 21.00

Sabato 20 dicembre
- Milano: Aribac alle 16.00
- Mantova: Galleria Corraini alle 16.00 

Lunedì 22 dicembre
- Bologna: Le Civette sul Comò alle 21.00

LIA incontra LIAO: primo incontro online del gruppo Leggere insieme... ancora!

Martedì 9 dicembre, ore 21.30.

Inizia un nuovo percorso per il gruppo LIA (Leggere insieme... ancora!)



Un giorno di 2 mesi fa si parlava di nonni... Marcella portò all'incontro di Roma il libro "Una splendida notte stellata" di Jimmy Liao... chi era Jimmy Liao? come mai chi lo conosceva ne parlava con passione? 

LA LUNA E IL BAMBINO di Jimmy Liao - a cura del Dott. Luca Ganzerla

Testo a cura di Luca Ganzerla, Dottore di Ricerca, esperto e studioso di Letteratura per l’infanzia

Per i viaggiatori inconsapevoli, per l’infanzia indomabile, per chi si ritrova perdendosi.




Cadere da un balcone dal quarto piano di un palazzo equivale a volare per un breve istante o a un drammatico precipitare? E quel precipitare dove conduce? Alla morte? Oltre? In una via di mezzo, dove ogni viaggio mentale diventa possibile e virtualmente reale?

LA VOCE DEI COLORI di Jimmy Liao - a cura del Dott. Luca Ganzerla

Testo a cura di Luca Ganzerla, Dottore di Ricerca, esperto e studioso di Letteratura per l’infanzia

Per i vagabondi delle stelle, per l’infanzia riflessiva, per chi sa ascoltare i colori.



A occhi (quasi) spenti. Per un mondo che si affievolisce, sbiadisce sino a dissolversi, un altro si rivela, prende forme e colori di un universo sbocciato nell’alveo del genio creativo umano, sorto da feconde sinestesie e inedite corrispondenze.

UNA SPLENDIDA NOTTE STELLATA di Jimmy Liao - a cura del Dott. Luca Ganzerla

Testi a cura di Luca Ganzerla, Dottore di Ricerca, esperto e studioso di Letteratura per l’infanzia. (elaborazione parziale di una recensione comparsa sul blog lettura candita)

Per i bambini invisibili, per gli adolescenti non allineati, per qualsiasi adulto.


Una ragazza. Superfluo il nome. Potrebbe vivere in qualsiasi nazione, in qualsiasi continente. Pagina dopo pagina la sua vita si apre, si concede ai nostri occhi, ai nostri pensieri, ai nostri percorsi narrativi. 

ABBRACCI di Jimmy Liao - a cura del Dott. Luca Ganzerla

Testo a cura di Luca Ganzerla, Dottore di Ricerca, esperto e studioso di Letteratura per l’infanzia. Con stralci tratti dalla sua postfazione presente sull’albo.

Per le persone con troppe maschere sociali da indossare, per i bambini coraggiosi, per chi non si ricorda dell’ultimo abbraccio vero dato/ricevuto.


La letteratura per l’infanzia, e più nello specifico quella illustrata, ha intrecciato molte volte la sua produzione con il tema degli abbracci. Qualche Natale fa, un albo firmato David Grossman e illustrato da Michal Rovner, intitolato per l’appunto L’abbraccio, fu un piccolo caso editoriale

Legge insieme a noi.... Silvia Torchio, traduttrice di Jimmy Liao!

TRADURRE JIMMY LIAO – un racconto di Silvia Torchio


Prima di definirmi  traduttrice di Jimmy Liao, mi piace pensare e affermare di essere una sua grande estimatrice. Ho incontrato le sue opere in Cina  e mi sono innamorata a prima vista di un’opera che ha proprio come epigrafe alcuni passi della poesia “Love at first sight” della Szymborska: Turn Left Turn Right (Taipei, Locus Publishing, 1999). Poi non è stato difficile conoscere le altre opere: nelle librerie cinesi immensi scaffali sono solo dedicati a lui e alla sua produzione.

Per una serie di coincidenze fortunatissime sono diventata la sua traduttrice ed è banale, ma sincero, affermare  che si è davvero realizzato un sogno. 

Sono laureata in Lingua e Letteratura Cinese e ho vissuto per diverso tempo in Cina, ma non basta per tradurre Jimmy Liao.



Il mio approccio ai suoi testi è sempre stato istintivo: li leggo e accolgo come pure poesia. Li intuisco e mi emozionano. E poi li traduco. Ho cercato fin da La Voce dei Colori (Torino, Ega, 2011) di essere il più fedele possibile al testo originale, restituendo la liricità che li contraddistingue. Ma non sono un’esperta di albi illustrati ed è per questo motivo che a partire da Una Splendida Notte Stellata (Torino, Ega, 2013), e soprattutto con l’ultimo albo uscito, Abbracci (Torino, Ega, 2014), è stato per me fondamentale il supporto dello studioso Luca Ganzerla. Mi ha aiutato nella traduzione a legare le parole alle immagini, a trovarne i rimandi più nascosti e interessanti.


Abbracci ad oggi è forse stato il testo più impegnativo. Più lungo sicuramente, ma non solo per quello. Il cambio di registro narrativo è notevole: ogni testo legato ad un abbraccio si deve adattare ad una determinata situazione che l’animale illustrato simbolicamente rappresenta. Ci sono vari giochi di parole e non sense e in questo caso posso dire che, dopo 12 anni, ho riscoperto l’utilità della mia tesi di laurea, dedicata alla traduzione dell’Ulysses di James Joyce in Cina. L’analisi della trasposizione in cinese di vari giochi di parole del capolavoro joyciano mi è tornato alla mente, applicando così alcuni interessanti meccanismi di traduzione. E’ vero che in questi casi il lavoro è più arduo, ma è anche più stimolante per un traduttore che può mettere alla prova  la sua immaginazione e creatività letteraria. 



Inoltre bisogna ricordare, per Abbracci, ma anche per le altre sue opere, che in cinese con pochi caratteri si possono esprimere concetti molto lunghi e articolati. Gli stessi concetti in italiano, per essere ben spiegati, necessitano di un numero di parole elevato. Se questo è già un problema in opere come La Luna e il Bambino (Torino, Ega, 2012) o La Voce dei Colori, in Abbracci lo è ancora di più, data la sua struttura grafica che è altrettanto importante nell'economia del testo e deve essere mantenuta quanto più possibile. Jimmy Liao nasce come grafico pubblicitario e sa molto bene quanto sia importante l’impatto visivo. Nelle sue opere il legame tra le parole e il testo è fortissimo. Entrambi si supportano. Molte illustrazioni, come si suol dire, parlano da sole, e spesso lui lascia che sia proprio così. L’assenza di parole è altrettanto significativa quanto la loro presenza. 


Ulteriore elemento da considerare  è che Jimmy Liao scrive per un pubblico eterogeneo. Il suo target di riferimento non sono bambini e quindi nei testi non fa sconti. Le sue opere non sono edulcorate: parlano della vita, in ogni suo aspetto. Sono spesso intrise di malinconia, ma sempre ricche di speranza. Parla della morte, della malattia, ecc.. il testo di riferimento è perfettamente pertinente a questa poetica. In Italia, però, le sue opere sono inserite sul mercato editoriale come libri rivolti ai bambini e quindi nella traduzione, cercando di rimanere il più fedeli possibile, è bene considerare il target, operando  qualche adattamento. Si tenga presente che, ad esempio, nella versione americana de La Luna e il Bambino e de La Voce dei Colori, la traduzione è stata adattata proprio in virtù di questa esigenza. Oltre ad eliminare numerose pagine, alcune immagini sono state censurate. Non è il nostro caso. Non vi è mai alcuna censura,  solo una resa più adatta ai bambini in termini linguistici per quanto riguarda alcuni aspetti più delicati.

Un’ultima curiosità.

Tra i quattro albi finora pubblicati, quello su cui ho maggiormente apportato delle modifiche è La Voce dei Colori. Nell'originale il testo è quasi una didascalia delle immagini, molte volte non c’è quasi nessun riferimento tra una pagina e quelle precedenti e successive. Il rapporto che hanno gli orientali con le illustrazioni è ovviamente molto diverso dal nostro e non è difficile comprenderlo pensando alla loro lingua costituita propriamente da immagini. Ma per noi è diverso e quindi è stato il caso di creare, senza sconvolgere il senso generale, un ponte tra i mondi che la dolce ragazzina incontra, rendendo il suo viaggio accessibile anche a noi. 


Ed è proprio questo che mi auguro: continuare, insieme agli Amici di Jimmy e a tutti coloro che ci sostengono, e rendere possibile il viaggio e la scoperta del meraviglioso mondo di Jimmy Liao.  



Approfondimenti. L'origine delle Fiabe italiane di Calvino

C'era una volta... la Strega Bistrega, la figlia Margherita Margheritone e il piccolo Pierino Pierone che, monello come è, invece di andare a scuola va nel frutteto a rubare le pere dagli alberi.





Ma si sa che le streghe, soprattutto quelle italiane, sono golose di bambini. E sono anche ottime oratrici. E anche se Pierino è un bambino accorto, nulla può davanti alle capacità persuasive di una strega: è un attimo e il bimbo viene messo “nel sacco” in senso letterario: chiuso con un cordino.
Per tre volte viene catturato e per tre volte riesce a liberarsi, facendosi alla fine giustizia e mettendo lui stesso “nel sacco”, stavolta metaforico, Bistrega e figlia.
Ecco tutti gli elementi tipici della fiaba: il piccolo che riesce a vincere il grande con l'astuzia, le tre prove da superare, ma soprattutto lei, la Strega cattiva e ingorda, che viene sconfitta nonostante i suoi poteri malvagi.





La Fiaba Il bambino nel sacco è una delle 200 raccolte da Italo Calvino nel suo libro Fiabe italiane (Titolo originale Fiabe Italiane raccolte dalla tradizione popolare durante gli ultimi cento anni e trascritte in lingua dai vari dialetti da Italo Calvino).






Quello che i fratelli Grimm hanno fatto per le fiabe della tradizione orale tedesca, Calvino lo ha fatto nel 1956 con i racconti tramandati per via orale e poi pubblicati in modo caotico, in “ritardo” rispetto a Francia e Germania, ma forse con maggiore ricerca scientifica e cognizione. Insieme alla collaborazione dell'etnologo Giuseppe Cocchiara, Italo Calvino riscrive e raccoglie le nostre radici, in un lavoro di catalogazione e revisione regionale della fiaba.

“I grandi libri di fiabe italiani, si sa,” scrive Calvino nel 1956, “sono nati in anticipo sugli altri”.




Già nel 1550 in Italia comparve la racconta di “favole ed enimmi” Le piacevoli notti del romanziere Giovanni Francesco Straparola, anche se di stile diverso da quello che intendiamo ora per fiaba per l'infanzia: era una fiaba popolare, destinata ad un pubblico adulto, narrata nelle sere del Carnevale. Per la prima volta leggiamo la fiaba de Il Gatto con gli stivali, che è tipicamente una fiaba per alcune sue caratteristiche: ci sono molti elementi magici e fantastici, il rito di iniziazione del protagonista e la sua evoluzione, la vittoria del bene sul male, il lieto fine.

Un secolo dopo Giambattista Basile, scrittore e letterato campano pubblica Lo cunto de li cunti, prima raccolta italiana pensata esplicitamente per l'intrattenimento dei bambini, dove leggiamo versioni di Cenerentola o La bella addormentata nel bosco ancora più antiche di quelle di Perrault e dei Grimm.






Calvino ha saputo sapientemente lasciare la sua impronta lì dove la fiaba ne aveva bisogno: “(...) variano da fiaba a fiaba la misura e la qualità del mio intervento, a seconda di quel che il testo mi suggeriva”, fino alla creazione di un'opera organica e universale. “Il mio lavoro è consistito nel cercar di fare di questo materiale eterogeneo un libro; nel cercar di comprendere e salvare, di fiaba in fiaba, il 'diverso'' che proviene dal modo di raccontare del luogo e dall'accento personale del narratore orale, e d'eliminare - cioè di ridurre all'unità – il 'diverso' che proviene dal modo di raccogliere, dall'intervento intermediario del folklorista”.

Ecco qui il risultato di una raccolta unica e preziosa, che respira pienamente della nostra cultura. I personaggi sono contadini paurosi, bambini monelli, pastori e pescatori, mercanti furbetti, signorotti. I paesaggi sono quasi sempre rurali, i cattivi sembrano usciti da quache racconto delle nostre nonne (l'omo nero, la stessa Bistrega che mangia i bambini), le storie sono condite da nomignoli e versi in rima che ci rimandano alle tecniche della narrazione orale, che usava questi espedienti per memorizzare e non far dimenticare i propri racconti al pubblico in piazza.

Valeria