Gli alberi nei nostri ricordi: Piero Guglielmino

Qual è il tuo primo ricordo legato a un albero?

Mi ricordo delle giornate in cui andavamo a raccogliere le arance. Che meraviglia per noi bambini arrampicarci sugli aranci, con gli adulti che ci incoraggiavano a salire sempre più in alto, per prendere i frutti più buoni. Mi divertivo e allo stesso tempo ero così orgoglioso di aiutare i grandi, così fiero di essere piccolo, che le nostre piccole gambe e braccia si infilassero dove agli altri era impossibile…


Quando hai scoperto che erano gli alberi a fornirci l’ossigeno per vivere cosa hai provato?

Devo aver rimosso questo ricordo.
Odiavo (purtroppo) le materie scientifiche… Ma un giorno, molto presto, proverò a spiegarlo a mio figlio, senza annoiarlo… Troverò un bell’albo illustrato oppure andremo nei boschi che circondano casa nostra e lo chiederemo direttamente agli alberi… Anche le storie sono un po’ come l’ossigeno per vivere, giusto?

C’è stata una volta in cui hai odiato chi li abbatteva?

Nel novembre 2007 vivevo da pochi mesi in Slovenia. Da ogni finestra del piccolo appartamento in cui abitavo con la mia compagna si vedevano dei grandi alberi. Un piccolo bosco che circondava tutto il palazzo. Un giorno, di mattina presto, arrivano le gru e buttano tutto giù. Ricordo l’enorme rabbia e impotenza ma soprattutto una forte delusione, perché la Slovenia mi aveva accolto nel verde e ancora oggi mi insegna un grande rispetto per la natura. La mia prima reazione fu di voler scatenare un casino, chiamare le tv eccetera. Invece alcuni miei amici sloveni, con calma ma tanta dedizione, organizzarono un bel rituale per salutare quegli antichissimi tronchi tagliati via in pochi minuti. Delle candele, una kalimba e dei canti per calmare l’offesa…









Hai mai pensato di far qualcosa per salvarli?

Sempre quel triste giorno di novembre pensai a tutti i modi possibili per fermare lo scempio: catene umane, giornalisti, chiamare delle organizzazioni ambientaliste. Ma ricordo che non ero molto convinto di poter cambiare le cose e non abbastanza forte da andare fino in fondo… Oggi sarei più determinato e penserei a una soluzione creativa e folle (accetto suggerimenti…)

Un ricordo sentimentale legato a un albero?

Questa foto con Lara, il mio pastore francese, sull’Etna…


E poi la prima volta che ho visto mia moglie abbracciare un albero. Potevo guardarla per un giorno intero!  È stata lei a insegnarmi la bellezza nascosta in quel tipo di abbraccio: la ruvidezza a contatto col viso che diventa dolcezza e l’odore che ti entra dappertutto.
  
Hai mai costruito un rifugio sugli alberi?

Soprattutto mio fratello amava costruire, con l’aiuto di mio padre, una casetta sulla nostra quercia (la stessa della foto con Lara). Io, più piccolo, guardavo spazientito dal basso: non vedevo l’ora di salirci. Era bello anche solo stare seduto tra i rami, e gridare forte e sentirsi un po’ più vicini al vulcano…

Hai mai desiderato di poterli riconoscere tutti?

Lo desidero soprattutto oggi che vivo circondato da alberi e proprio non riesco a riconoscerli. Con mia moglie abbiamo piantato un ciliegio, dei peschi, un fico, un melo, un pero e altri che faccio fatica a riconoscere. Aspetto che mio figlio cresca e imparerò da lui… Per ora mi accontento di riconoscere le storie e i personaggi, cuori di legno, principesse ballerine, scimmie e sosia di Pinocchio, scolpite sui tronchi che incontro nei boschi…




Se dico albero qual è il primo libro, film o canzone che ti viene in mente?

Libro: “L’albero” di Silverstein, uno dei primi libri per bambini che ho comprato per la biblioteca futura di mio figlio. Non lo conoscevo e mi ha sconvolto alla prima lettura. Non credo sia possibile eguagliare quella leggerezza nell’affrontare la morte, la solitudine, l’amicizia. Un libro dal tratto leggero, con poche parole gentili, un storia che non vuole più andar via dalla testa e dal cuore…


Canzone: “Ci vuole un fiore” di Gianni Rodari, Sergio Endrigo e Luis Bacalov

Devo aggiungere anche un dipinto, il primo albero di mio figlio ;)


Piero Guglielmino. 

2 commenti:

  1. carissimo PieTro, troppo tardi stanotte per scrivere ancora qualcosa ma comunque Carissimo PieTro.

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