Indovina l'illustratore #13: Iela Mari e le radici dell'albo illustrato

Iela Mari fu una signora silenziosa, come lo furono i suoi libri,  senza parole. Di lei è difficile trovare fotografie ma anche data di nascita, e chi la ha conosciuta la descrive come una donna riservata, lontana dai riflettori e dalla mondanità. 


Anche quando le comunicarono l'intenzione di dedicarle una mostra personale a Bologna nel 2010 per celebrare la sua carriera, lei accolse la notizia ma non si scompose.



Gabriella detta Iela frequentava negli anni 50 i bar di Milano vicini all'accademia delle Belle Arti di Brera,  insieme ai giovani artisti un po' squattrinati dell'epoca. In questo momento ricco di fervore creativo muove i primi passi nel mondo professionale. Rosellina Achinto, celebre fondatrice della Emme edizioni, storica casa che portò gli albi illustrati come li intendiamo oggi in Italia,  pubblica il suo primo lavoro Il palloncino rosso.




A Brera incontra Enzo Mari,  che diventerà suo marito e con il quale inizierà a lavorare ad altre storie: La mela e la farfalla,  L'uovo e la gallina. 







Iela credeva al potere delle immagini semplici in contrapposizione al bombardamento televisivo che già era considerato ostacolante alla fine degli anni 60. La linearità del suo tratto è tutt'altro che semplice: Iela partiva da uno studio attento e particolareggiato del reale per poi arrivare alle forme essenziali che la hanno resa celebre, più chiare e associabili per i bambini. 




"Io credo che, per la capacità di comprensione del bambino, la natura sia troppo complessa. Quindi ho cercato di rendere le cose chiare creando immagini sintetiche, rendendo il reale più vero del reale. E per fare questo bisogna partire dall’analisi per arrivare alla sintesi, non viceversa. Per esempio, bisogna prima disegnare tutti i dettagli di una foglia e poi cancellare, cancellare, cancellare…".

Della Mari possiamo individuare due linee poetiche: la prima è legata alla Natura. 



La successione dei cicli naturali è delineata ne L'albero, dove la primavera scalza l'immobilità dell'inverno e accoglie nuova vita sul nido e nella tana disgelata.







 Il naturale processo della vita è illustrato in "Mangia che ti mangio" dove si sposano perfettamente l'arte con la realtà, la bellezza infinita delle sue opere con l'oggettività di ciò che accade attorno a noi. I suoi animali feroci non sono di certo sorridenti o sornioni. 


Iela non nasconde nulla ai suoi spettatori stupiti, che vengono messi davanti alla realtà : gli animali mangiano,  vivono, vengono mangiati, in un girotondo continuo che è il ciclo di tutte le cose.

L'altro tema della sua poetica è lo studio delle forme e il loro tramutarsi, molto chiaro ne Il tondo: l'autrice gioca con ritmo a trovare liberr associazioni di tutto ciò che di forma tonda circonda noi e il bambino,  partendo anche in questo caso dalla geometria regolare della circonferenza,  passando agli oggetti di cui il bambino ha conoscenza (la palla, la ruota) fino alle immagini più complesse e più lontane dal suo mondo (il segnale stradale).





Iela per prima ricopre il duplice ruolo dell'illustratrice/autrice delle sue storie, in un momento storico in cui gli illustratori nei libri per bambini erano relegati ad un ruolo marginale e spesso non citati.

Lei stessa ci racconta che Bruno Munari si convinse a pubblicare un suo libro con la stessa casa editrice dopo aver visto i suoi libri editi.


In 20 anni di attività Iela Mari ha ideato solo 8 libri, che rappresentano però l'eccellenza.


Valeria

  • L’uovo e la gallina
  • Mangia che ti mangio
  • Animali nel prato
  • C’era una volta il riccio di mare
  • Il tondo
  • L’albero
  • Il palloncino rosso
  • La mela e la farfalla

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