I nonni di Nettuno

Troviamo nonni davvero diversi nel racconto di Carmen e del gruppo di Nettuno. Forse nel gruppo si fanno sentire poco ma CI SONO! Ecco a voi un super gruppo! 
Ana

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Eccomi  qui.  Questa volta colgo la palla al balzo e vi racconto le prime emozioni suscitate dall'incontro di ieri pomeriggio.  Le adesioni sembravano poche questa volta, (sei erano gli assenti) ma le presenze non sono mancate.  Anzi come sapete,  questa volta ospiti graditi erano proprio i bimbi, cominciando dai figli di Maria Cristina, per poi passare a quello di Irene e di una sua amica Estelica, reclutata da scuola. La mia piccolina invece era con il suo papà perché stanca.

Ma veniamo a noi, oltre a me erano presenti Oliveta, Irene, Estelica, Cristina, Marta( reclutata per giocare con i bimbi, ma è stata sopraffatta)  ed infine la nostra amica Emanuela, che  ci ha ospitato nel suo studio ed a cui  dobbiamo dire ancora grazie. Non solo noi abbiamo potuto discutere , ma i bimbi si sono divertiti sia nell’ascoltare  le storie che a giocare tra di loro. Non è mancato neppure l'angolo merenda grazie a Cristina che ci  ha pensato. 

Dal momento che i bambini erano belli carichi, ho tirato fuori il mio costume da maestra ( visto il prossimo tema streghe ero a mio agio)  e mi sono messa all'opera. Subito dopo le presentazioni ,abbiamo cominciato a leggere il primo libro.



  Fascia d'età: da 3 anni

Un rapporto speciale  lega il giovane Carletto al nonno. E’con  lui che si reca a  a scuola la mattina ,con cui   trascorre  i pomeriggi a giocare e  si addormenta la sera . Ma è da nonno Carlo che impara a sconfiggere la paura del  buio, dei mostri delle punture . “Chiudi gli occhi e pensa a una cosa bella” è il trucco per far passare la paura in un attimo e Carletto questo trucco lo conosce, perché glielo ha insegnato nonno Carlo, suo miglior amico. Quando chiude gli occhi, e pensa alle giostre, agli amici, al sorriso della mamma,  la paura svanisce.

Anche a nonno Carlo, che  non è immune dal provare paura,qualche volta  serve stringere la mano di Carletto, che con tenerezza e sensibilità, gli insegnerà come superarla: basta chiudere gli occhi  per ritrovare il sorriso pensando alle piccole cose belle che la vita gli riserva ogni giorno. Un libro  ricco di illustrazioni divertenti e con una cura per i  particolari che  diverte grandi e bambini.

La veste grafica del libro ci ha aiutato molto  nel coinvolgere i bambini che sono rimasti fino alla fine e anzi anche  dopo hanno dato il loro contributo, disegnando su mia indicazione le loro paure. Anche le paure degli adulti sono uscite fuori.

E’ emerso infatti, che spesso le  mamme vengono lasciate in balia di se stesse, nel momento più importante della loro vita, quando più ne hanno bisogno. Non sempre è la gravidanza a fare paura,oppure il parto, ma il dopo, quando tutti ti lasciano sola con quell'esserino che hai tra le braccia e che cerca te. E non sempre le sue richieste sono comprensibili. Ecco a cosa serve unire le forze, per cercare di conferirla  a coloro che non la possiedono oppure anche a dare loro un consiglio, che male non farà.

Come faccio a tralasciare la mia di paura  dei cani , che mi ha accompagnato per quasi metà della mia vita e  l’ha  di certo condizionata,(trascorrevo infatti gran parte della mia giornata tra i libri e la TV). Ma  credo che le cose non accadano per caso e che ciò  sia servito a fare di me quella che sono oggi. 
Subito dopo nonno Carlo, ecco arrivare una delle migliori compagne di giochi che una bambina possa avere, Nonna Elena. Anna Vivarelli 8+


Narrato in prima persona dalla giovane Elena, la storia narrata propone ciò che i bambini vedono guardano il mondo degli adulti. Quella di Elena è una nonna fuori dagli schemi , proprio sui generis. Un pizzico di   stramberia  pervade l’intero libro. La nonnina in questione si comporta come farebbe una bambina talvolta, non come un’adulta e  ne combina di tutti i colori. Sembra quasi che l’adulta che deve sorvegliare la nonna sia proprio Elena. Simpatico l’episodio delle fiabe classiche  distrutte dalla nonna .

Proprio un libro   divertente,  dedicato ai bambini compresi nella fascia d'età scolare che descrive una nonna matta e pasticciona. Elena è simpatica nel  descrivere il mondo degli adulti  con ingenuità  e spesso nel  raccontare le follie della nonna,  ci sono momenti di comicità.

Questa nonnina ci ha fatto riflettere sugli stereotipi , e sul fatto che non tutti siamo fatti nello stesso modo ma proprio per questo siamo unici. Non esiste una formula affinché le nonne siano tutte le stesse, come  anche anche le mamme e i papà,  i figli, le maestre ecc…

 Un posto a parte  per me merita questo libro. 


Attraverso l’affiancamento di chiavi linguistiche differenti, applicate ad un testo semplice e gradevole, Il regalo del nonno, trasforma infatti il racconto di una giornata speciale in una possibilità di lettura condivisa in cui la molteplicità dei linguaggi scatena interesse, curiosità e scambio.

Quello della lettura è un mondo ricco, e vario. Ma è anche un mondo un po’ faticoso soprattutto per chi, alle prime armi, deve imparare a destreggiarsi tra lettere e punteggiatura. Lo stesso vale, ovviamente, per i bambini sordi che si approcciano per le prime volte ai testi scritti, dovendo familiarizzare con una doppia lingua: quella dei segni da un lato e quella alfabetica dall’altro.
Ecco allora che il progetto editoriale marchiato Sinnos offre racconti illustrati, stampati in caratteri tradizionali e corredati da una traduzione in LIS sotto forma di disegni.

E’ un libro  interessante e denso di significato ai fini di una reale e diffusa messa in pratica del diritto alla lettura e al suo apprendimento.
Per una docente di sostegno come me e molte delle altre ragazze del gruppo, questo si può considerare veramente un ottimo sussidio scolastico. 

Come spesso mi capita ultimamente, questo libro è finito tra le mie mani in maniera bizzarra. Giovedì scorso  con la mia Miriam ci siamo recati alla vicina mediateca che si trova ad Anzio. Un’emozione non da poco che spero la mia bimba non dimenticherà. Poco dopo essere arrivata, mentre mi dedicavo alla ricerca dei prossimi libri, mia figlia ha cominciato a raccogliere tutto ciò che attirava la sua attenzione, dai pennarelli ai libri. Ebbene è stata proprio lei che mi ha fatto conoscere questo testo.  Non saprei dirvi se lo avesse sfogliato, o si è fermata a guardare la copertina. Comunque è giunto a me.  Ma c’è un aneddoto nell'aneddoto: a breve sia Miriam che altri compagni del nido parteciperanno ad un corso di BABYLIS  che si terrà a Nettuno, presso Cartoonia (Nido che ci ha ospitato per l’incontro di settembre). Non possono essere  solo coincidenze, vi sembra?


E’ stata la volta poi di 



E' la storia di un uomo che non riusciva a dormire mai. Un giorno il  nipotino incontrò una signora che gli regalò  un libro e gli disse che se lo avesse letto al nonno, egli si sarebbe messo a russare come un trombone. La sera stessa il nipote si mise a leggere il libro al nonno e quando finì di leggere il nonno si addormentò  profondamente. Questo libro sarebbe adatto ai bambini che non vogliono andare a dormire.

Una storia dove le cose sono tutte rovesciate, è infatti  un bambino, Arturo, che racconta delle storie al nonno per cercare di farlo addormentare.

Come dal cappello di un prestigiatore ecco alla fine giungere a noi un testo di Camilleri , mio conterraneo e tra i miei  autori preferiti. Ma cosa ci stava a fare tra noi lo avrei scoperto presto, grazie a Cristina. 



Una fiaba di incantesimi e magia del grande Maestro.
Ancora una volta sono i bambini a raccontare una storia ai grandi...

Il libro che forse ha incuriosito di più al nostro incontro sui nonni è firmato Camilleri (e illustrato da Giulia Orecchia) e ne rivela subito lo stile inconfondibile con il linguaggio che è tipico di Montalbano e alcune espressioni siciliane, di cui una in particolare neanche la siciliana Carmen conosceva( “mammalucchigne”) e con una trama da “giallo” ma a misura di bambino.  Un nano “accussì nico che pareva picciliddro” che svela una magarìa, una bambina che scompare, un nonno disperato (“Lullina! Lullina mia! Dove ti sei ammucciata?”) che ricorre ai carabinieri..e un finale che si divide in tre perché le favole finiscono quasi sempre con le parole “…e vissero felici e contenti!”

In questa favola sorprendente, con tre possibili finali, il Maestro Andrea Camilleri celebra la fantasia e la curiosità dei bambini. Nelle smaglianti illustrazioni di Giulia Orecchia risplendono i colori di una Sicilia piena di fascino e magia. 

Un libro che come tanti altri affronta il tema della morte, e quindi del distacco, ma in maniera molto poetica. Nonno Orso è un nonno che comincia perdere le cose e, con le cose, le parole, quindi i racconti e i ricordi…e una volta che non ha più storie da raccontare (“lui le semina tutte perché fanno nascere il sorriso”) diventa più leggero di una piuma e può volare..e in cielo tra le stelle raccogliere ancora tante storie e mandarle, in sogno, ai nipotini.


Infine,  “La maglia del nonno” di Gabriella Genisi, tratto da una storia vera, racconta in maniera molto semplice e dal punto di vista del bambino, di un nonno con l’Alzheimer che diventa sempre più come un bambino e che ogni tanto dimentica di indossare la “maglia della memoria” e dimentica le cose, anche come vanno a finire le storie. 

 Carme e il gruppo di Nettuno

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