E insieme ai "nonni" arrivano bellissime sorprese...
Fabrizio Silei e il suo contributo a "Leggere insieme ... ancora" è una di queste.
Condividendo sul mio profilo Facebook l'evento sui "nonni" che si terrà a Roma domenica prossima, ne ho approfittato per invitare lo scrittore che si è aggiudicato quest'anno il premio Andersen, come miglior scrittore per ragazzi, a dare il suo contributo sull'argomento, visto che i nonni sono i protagonisti di diversi suoi libri.
E invece quando ho staccato è ho acceso il mio ipad, non solo aveva commentato il post, ma aveva raccontato una vera e propria storia ricca di fascino.
Che poi non avrei dovuto sorprendermi così tanto, visto il suo impegno come "ricercatore di storie e vicende umane" e per aver pubblicato sempre libri per bambini e ragazzi su temi difficili e caratterizzati da temi socialmente impegnati.
Se volete saper qualcosa in più su di lui vi consiglio caldamente di leggere i suoi libri, molto amati e preferiti dai ragazzi, e il suo blog.
Ma ora vi lascio alle sue parole, in risposta al mio invito:
"Volentieri Alessandra, i nonni hanno sempre un posto importante nelle mie storie, basti pensare a "L'autobus di Rosa", o a "Mio nonno è una bestia" che parla di un nonno straordinario. Anche nel mio prossimo libro per Einaudi "Le storie della merla" una raccolta di racconti che uscirà a novembre, c'è una splendida nonna. Ma ancora prima dei nonni, ci sono gli anziani, che detengono la memoria e raccontano. E' stata così nella mia vita, ma, haimé, i miei nonni non li ho mai conosciuti. Da qui forse anche una certa idealizzazione, infatti, mio nonno è una bestia è dedicato "Ai nonni che sanno sorprendere, e ai miei nonni, che non ho mai conosciuto". Questo gioco dunque, finisce qui, nel bambino che guarda una fotografia e chiede la storia dei suoi nonni. Storie eccezionali, specie quella del mio nonno paterno, scampato alla prima guerra mondiale, invalido per un braccio rimasto bloccato all'altezza del gomito dal proiettile che vi era esploso, e poi morto ucciso da un toro, uno di quei tori con cui lavorava e che, invalido com'era, si racconta, trattasse come cagnolini, senza la minima paura. Questa morte terribile e archetipica è ricordata da tutti nel paese del Chianti dove sono vissuto, da tutti gli anziani almeno, e, quando facevo le mie ricerche sulla strage di Pratale, andando ancora giovanissimo nelle case a chiedere notizie e raccogliere testimonianze, mi accorsi che all'affermazione: "Sono il nipote del Silei, quello che l'ammazzò il toro" ogni riserva e diffidenza cadeva, le tavole si imbandivano di vin santo e cantuccini e mi raccontavano ogni cosa come a un famigliare. Mio nonno, socialista, che aveva rifiutato la tessera del fascio perché lui "aveva quella degli ex combattenti" e che non potevano picchiare perché invalido di guerra e con la croce di ferro, doveva essere molto amato e rispettato dalla gente del luogo. Era solo un contadino, teneva molto alla dignità. Nelle foto della grande famiglia patriarcale (mio padre si chiama Sestilio) quell'uomo adulto e serio, quasi calvo, abituato a una vita dura, che mi sembrava lontanissimo da me quand'ero ragazzo, ha finito con l'assomigliarmi. O meglio, io ho finito per l'assomigliare a lui. Un contadino, questo sono in fondo, che coltiva le parole come lui coltivò la terra nonostante la sua intelligenza, e come avrei fatto anch'io rinunciando al mio talento, se il mondo non fosse cambiato. Ma basta, mi adesso, mi sembra di averla fatta già troppo lunga. L'argomento mi stuzzica, pardon. Buona lettura ancora... insieme!"
tuoi raccolti!
Un grazie di cuore per essere stato con noi in modo così intimo e coinvolgente.
Un caro abbraccio a tutti.
Alessandra
immagini
- "L'autobus di Rosa" di Fabrizio Silei illustrazioni di Maurizio A. C. Quarello Ed. Orecchio Acerbo.
- "L'inventastorie" di Fabrizio Silei. Ed. FatatracIl gioco di leggere tra albi illustrati e libri gioco" durante il Tocatì – Biblioteca Civica, Spazio Nervi
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