80 miglia
Antonio Ferrara
Einaudi Ragazzi
"George mi guardò tutto serio, si lisciò i baffi e disse che non era un bugiardo, Joe. Disse che la Union Pacific assoldava i cacciatori per cacciare i bufali con cui sfamare gli operai della ferrovia, e assoldava quelli come Joe, che sapevano parlare, per dar da mangiare sogni agli operai e ai coloni. E disse che i sogni ci volevano, per fare le cose, perché senza sogni non fabbricavi niente."
Un bambino nell'America del "far west", un treno che deve avanzare per unire mare con mare, un raccontastorie, gli indiani, i buffali, i coloni e gli operai del treno. E persino Buffalo Bill che fa capolino in questa avvincente storia.
Billy è un ragazzo che aiuta i suoi nelle faccende della fattoria. Si alza all'alba, munge le mucche, da da mangiare agli animali, bada ai cavalli. Ma da quando il treno è arrivato in città Billy non può fare a meno di andare al Saloon a sentire parlare Joe. Joe, che racconta le meraviglie che si trovano 80 miglia a Ovest. Affascinato dalla potenza della nera locomotiva, la mattina della partenza del treno, Billy decide di scappare di casa di andare anche lui a Ovest.
Inizia così la sua avventura come "operaio" delle Union Pacific. Tra il lavoro, le storie di Joe e la scoperta dell'amicizia e l'amore. Tra le righe parliamo anche di rispetto e accoglienza e impariamo non poca storia sulla verità della lotta dei "nativi americani".
"(...) disse che Coda Macchiata gli aveva detto che gli indiani avrebbero accettato l'offerta del Grande Capo di Washington di comprare la loro terra, perché sapevano che altrimenti i bianchi potevano venire a prendersela coi fucili. Solo che Coda Macchiata non capiva come potevano, i bianchi, comprare o vendere il cielo, l'erba o il colore della terra, che non erano di nessuno ed erano sacri per tutti."
Billy si chiederà se sia giusto uccidere gli indiani, se sono stati loro oppure i bianchi ad iniziare la guerra. Imparerà cosa è la speranza e crescerà consapevole che per raggiungere i propri sogni bisogna, a volte, abbandonare altri.
"Mi venne da pensare che era così, la vita, un posto dove, per fare quello che ti piaceva fare, dovevi sempre combattere e non te ne potevi stare mai tranquillo."
Alla fine del libro troviamo un piccolo testo che spiega la vera storia degli indiani, molto interessante, con link utili per approfondire la loro storia. Ho imparato anch'io cose che non sapevo e di questo, come sempre, sono grata ai LIBRI e a chi gli fa.
Ana
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