Legge con noi... Emanuela Bussolati



Non potevamo che aspettare una giornata di sole per chiacchierare con Emanuela Bussolati. Dolce, luminosa e rinfrescante come una giornata di primavera passata in campagna.
I suoi progetti editoriali e le sue illustrazioni sono nelle librerie di ogni piccolo lettore e si riconoscono tutte per il suo tratto felice.
Doppio premio Andersen per Tararì Tararera e come autrice nel 2010 e 2013, è stata in passato direttrice editoriale di Piccoli e La Coccinella e responsabile della collana Zerotre di Panini (Premio Andersen anche qui, nel 2009, come miglior progetto editoriale).

Tararì Tararera, premio Andersen nel 2010
Di ritorno da un progetto importante, a Bobbio, dove ha disegnato i muri del Ambulatorio pediatrico con i suoi personaggi della lingua piripù, Emanuela lascia tracce magnifiche ad ogni suo passaggio. "Prova a lasciare questo mondo un po' meglio di come l'hai trovato", diceva Robert Baden Powell, fondatore dello scoutismo. E questa sembra la filosofia della nostra Amica.

Ambulatorio pediatrico di Bobbio in festa!
Ciao Emanuela!

Sono davvero contenta e onorata di poter "chiacchierare" con te a nome della nostra associazione!

Partirò dall'inizio.

Tu sei architetto e illustratrice, come la tua collega Nicoletta Costa.
Il disegno ha sempre fatto parte di te, però il salto è notevole!
Ti va di raccontarci come è avvenuto? Cosa ti ha portato dal mondo "dei grandi" a quello dei piccini?


In realtà Valeria, il mio corso di laurea ha avuto poco a che fare con il disegno, anche se l'ho sempre amato molto, grazie a un padre che era bravissimo in tutte le attività creative, pur essendo ingegnere.
Invece ho sempre lavorato con i bambini, prima nello scoutismo, dove ho avuto le mie prime esperienze editoriali, anche internazionali, poi in un centro di psicologia per l'età evolutiva, dove utilizzavo molto -tra altre cose- la narrazione, l'invenzione dei libri (allora per i piccoli c'era pochissimo) e la lettura, come terapia e per approfondire la relazione con i bambini che frequentavano il centro. 
Allora perché architettura? I miei vedevano male il liceo artistico e hanno puntato sulla mia passione per l'archeologia, per convincermi a fare il classico. Da lì, convinta che non sarei mai stata brava in greco, ho scelto architettura, perché era la facoltà più umanistica tra quelle scientifiche. Mi è stato comunque utile, non per imparare a disegnare ma per imparare a progettare. L'approccio progettuale infatti non è tanto dissimile nelle diverse situazioni. Cambiano gli obiettivi, i materiali, i referenti tecnici ma il percorso intellettivo è uguale.

Scout anche tu! Essere uno scout cambia il nostro modo di pensare. 

Sì lo scoutismo lascia radici profonde, in chi lo ha fatto con passione e con "capi" significativi!


Per progettare ci vuole sistematicità e pazienza.

I tuoi progetti editoriali sembrano affermare questo ad ogni pagina. Ci si sofferma tra una finestrella e l'altra, si impara pagina dopo pagina ciò che serve a diventare cuoco provetto, fotografo in erba, baby meteorologo. 

Giardinieri in erba, Editoriale Scienza



"Ravanello cosa fai" è la summa di questo messaggio. I bambini di oggi sono spesso i bimbi del "tutto e subito" invece.

Come insegnare a loro, e un po' a noi la pazienza, l'attesa, il progettare passo dopo passo?

Ravanello cosa fai? Editoriale Scienza



Mi domandi come insegnare la pazienza. Un tema grosso, che appunto ho cercato di affrontare con Ravanello. Ma, diciamolo, anche la pazienza, come il gusto per il bello, l'etica, l'igiene, l'empatia, la gestione dei sentimenti, si imparano prima di tutto per osmosi, fin da neonati, con le persone che si frequentano di più. Poi si impara ma ci vuole più disciplina e più fatica. Eppure ci sono cose che non si possono "forzare": l'affetto di un amico, le stagioni e il loro alternarsi, l'arrivo del proprio compleanno. La pazienza si insegna non avendo fretta. Hahhahahah! In quest'epoca!!! Eppure sì. Occorre almeno riservarsi alcuni momenti in cui la lentezza è primaria. Sono momenti indispensabili per osservare. 
Pazienza e osservazione sono legate a doppio filo. Se so osservare i bambini, so conoscere i loro desideri, le loro domande, le cose che li divertono, le cose che li stancano... Anche per osservare ci vuole tempo e pazienza.

Almeno una volta al giorno, in ore non improbabili perché strette da muri di incombenze varie, la tovaglia della pazienza bisogna aprirla.

Ravanello cosa fai? Editoriale Scienza
Parlando sempre di pazienza e lentezza, è stata realizzata da un Team di insegnante di sostegno esperte in Comunicazione Alternativa Aumentativa, Lucia Chierici, Sara Benassi ed Elisa Guarducci, una versione di Ravanello utilizzando la CAA, per dare la possibilità ai bambini con difficoltà di letto-scrittura di avere accesso al libro. 


Ravanello reso accessibile in Comunicazione Alternativa Aumentativa, con dedica di Emanuela

Se pensiamo ad una classe, aspettare i tempi di tutti è un esercizio di civiltà.
Emanuela, comunicare ai bambini di oggi non è semplice. Tu però usi tutti i linguaggi possibili, compresi i fantastici video di ricette e attività insieme a Federica Buglioni. 
Pensi possa esserci un parallelo tra i due linguaggi? Pensi o pensate a progetti simili in futuro?

Oggi come ieri comunicare con i bambini significa osservarli, capirli, avere desiderio di mettere in comune. 

Può essere più difficile perché la relazione diventa spesso delega, senza cooperazione tra le varie persone che camminano accanto al bambino. 
Ognuno con i suoi scopi in testa, ci si dimentica di chiederci come potrà sbocciare meglio quella piccola persona e a quali capacità individuali dare spazio. È vero: aspettare i tempi di tutti è un esercizio di civiltà e di pazienza ma i bambini in ambiente cooperativo, imparano presto a cooperare e non a voler vincere a tutti i costi, ignorando il percorso umano per privilegiare quello individuale. 






Gli adulti hanno il dovere di trovare i tanti linguaggi che possono trasmettere a ogni bambino con i suoi passi fiducia nella vita e nelle risorse proprie e della comunità. Oggi ci sono molti strumenti ma il linguaggio in generale si è impoverito. E non utilizziamo a scuola gli strumenti per eccellenza che consentono l'espressione di sé in un risultato comune: il teatro, il cinema, l'invenzione di storie... Non so bene cosa farò nel futuro. Spero che il futuro sappia che fare di me.



Ti sei definita Figurinaia, e ho cercato a fondo la radice di questo antico mestiere
femminile, in cui le artigiane, in particolare ad Albissola, creavano dalla argilla grezza
le figure delle statuine del Presepe. 
Come hai anche detto tu una volta la Figurinaia antica è sempre una creatrice di storie, di racconti.
Il tuo lato da artigiana è forte nel tuo lavoro, non solo per il lato artistico ma anche per i valori del mestiere che si respirano conoscendoti attraverso i tuoi lavori.
Ci racconti cosa rappresenta per te la figura dell'illustratore e autore? Ti senti
un'artigiana? 
E come viene vista oggi la tua figura nel mondo editoriale e dei lettori?
Figura saggia, sacra o da riconsiderare?

Il mio lavoro non ha avuto origine da un liceo artistico o da una accademia o da una
scuola di illustrazione ma dal lavoro con i bambini. Quindi alla base della mia ricerca,
riuscita o meno che sia, c’è sempre il desiderio di comunicare con loro o meglio, visto
che mi rivolgo spesso a bambini molto piccoli, alla coppia adulto/bambino. 
Quando tengo lezioni a corsi di illustrazione chiedo spesso di non dimenticare che - se vogliamo usare la parola arte, facciamo arte applicata. 
Possiamo creare una bellissima caffettiera ma se non la possiamo prendere in mano perché il manico scotta, non abbiamo fatto un buon lavoro. Il lavoro dell’illustratore è quello di un narratore, è quello di chi racconta attraverso le immagini.

Collana "Apri le Finestrine", La Coccinella


Alla fine degli anni ’70 vidi una bellissima mostra a Parigi (i miei primi lavori, per diversi anni, sono stati con editori francesi). Si intitolava “Artisti e artigiani” e non si distingueva quali fossero gli uni e quali gli altri. Questa cosa mi incantò. Così come mi incantano molti illustratori che hanno entrambe le corde al loro arco. Io mi sono un po’ dovuta inventare e ho semplicemente fatto del mio meglio, con grande senso dei miei limiti tecnici e artistici ma con grande tenacia sulla comunicazione e sull’empatia.
Oggi la figura dell’illustratore è da una parte messa su un piedestallo di “oh!”, da chi utilizza i libri con i bambini o da chi fruisce il piacere di vedere belle illustrazioni, per bambini o adulti che siano . Dall’altra parte il lavoro è valutato pochissimo. Meno di tantissimi lavori “artigianali”: falegname , idraulico, parrucchiere... Paghiamo il fatto che l’espressività nutre l’anima ma certo per il corpo non basta. D’altra parte i libri devono costare pochissimo, altrimenti non vengono comprati. 
Le biblioteche e le librerie vengono chiuse... e così il castello della cultura e del bello diventa castello di carta velina.


Ci racconti il tuo rapporto con le buone abitudini? Dai tuoi libri è forte l'impronta del vivere in Armonia, tutti i tuoi libri e le tue illustrazioni hanno questo filo rosso, regalano pace e fanno pensare ad un sano stile di vita e un bellissimo rapporto con la natura. Ci racconteresti il tuo punto di vista?
E come passarlo ai nostri fanciulli?


Temo di dover dire che il mio rapporto con le buone abitudini è pessimo: sono sempre
alla rincorsa di tantissime cose da fare, grane da risolvere, richieste da soddisfare,
che disorganizzano i miei flebili tentativi di organizzarmi. 
Ma, come scrisse Tove Jansson, la grandissima autrice dei Moomin, nei libri ci si cerca almeno di “tendere a” qualcosa di bello

Moomin!

Se ho scelto di lavorare per bimbi molto piccoli perché questa è stata la mia grande scoperta e la mia grande ricerca, è vero che è in quell’area di età che ancora c’è un piccolo spazio di armonia che si desidera difendere a tutti i costi.
C’è tempo per raccontare poi le prime delusioni, i primi dubbi, le prime sconfitte. Ma non bisogna uccidere la speranza. Questo mi sembra il minimo di responsabilità che dobbiamo ai giovani, ai quali abbiamo scelto di dare la vita.






La Natura è l’aereo su cui viaggiamo. Dobbiamo averne cura. L’unico modo per passare il senso della cura per la Natura è farla amare. 
Non si inizia a leggere libri a 6 anni, né ad apprezzare nuovi gusti, né ad amare il bello. Si comincia subito, mettendo il bambino che gattona su un prato. Lasciandolo esplorare erba e insetti. Lasciandolo usare tutti i sensi, strumenti naturali. Sarà la natura s tessa, con la nostra attenzione di adulti, a dirgli quando essere prudente, quando mettersi alla prova, quando averne paura, quando fermarsi estasiati per la bellezza che offre.




Avrei un'ultima curiosità, in coda... chi sono i tuoi "fari"? I grandi del passato a cui
devi qualcosa per ispirazione o collaborazioni?

Professionalmente soprattutto un eterno grazie all’incontro con Roberto Denti e Gianna Vitali.


Roberto Denti e Gianna Vitali


Poi allo straordinario illustratore George Lemoine e a François Faucher (père Castor),
che hanno “messo a punto” il mio desiderio di illustrare .
Ho un debito enorme con Rodari, Mario Lodi, i grandi maestri del movimento di cooperazione educativa. Ho ammirato svisceratamente le illustrazioni di Maurice Sendak , Leo Lionni , Edward Gorey e tutto lo straordinario lavoro teatrale di molti scenografi, come Beni Montresor e quello della Compagnia di marionette di Carlo Colla e figli. 
Ho conosciuto Munari e la sua meravigliosa freschezza progettuale. Il pensiero chiaro e geniale dello stampatore Giorgio Lucini, la passione per i materiali di Loredana Farina
Senza citare una quantità di persone come insegnanti, educatrici, gente di teatro, che mi hanno passato il termometro dell’infanzia. Spero di avere imparato un po’ da tutti questi miei fari.
Ho da imparare sempre tantissimo da molti illustratori/autori, davvero bravi .


Marionette della Compagnia di Carlo Colla



Emanuela...  sei una fonte di Bellezza.
Grazie di cuore!!
Ora ti va di giocare con noi al Gioco di LIA?

1. Il primo libro che ricordi
le teatrali letture che mio padre faceva dei miti greci Storia delle storie del mondo di
Laura Orvieto . Subito dopo, quando ho cominciato a leggere io libri, Giamburrasca di
Vamba





2. Ultimo libro letto
Ci siamo persi i bambini di Marina D’Amato - Laterza

3. Incendio! Scegli un oggetto e un libro da salvare. 
Bibi di Karin Micaelis per affetto, (ma anche i Moomin di Tove Janson per allegria e poi Le memorie di Adriano di Yourcenar per la scrittura ... mi sa che brucerò...
Come oggetto un aquilone.

4. Il personaggio letterario che più ti somiglia 
Temo Madame Bovary ma mi sono molto identificata nella protagonista di Pane e Tulipani il film di Silvio Soldini, tutta diversa.

5. Un autore con cui andresti a prendere un caffè... 
Bianca Pitzorno (o deve essere per forza maschio?) 
...uno con cui andare in vacanza...
 Roger Deakin 
...uno da sposare... 
Tonino Guerra. I due uomini purtroppo non ci sono più ma per me restano miti assoluti.

6. Miglior libro da regalare a chi ami 
Il pop up del Circo di Lothar Meggendorfer


International Circus, Lothar Meggendolfer


7. Entra in un libro e cambia il finale. Dove sei e cosa è successo? 
It di Stephen King.
Sono in biblioteca. Non farei crescere i ragazzi ☺

8. Il libro che meno ti è piaciuto e quello che hai odiato 
Quelli che mi annoiano li mollo e li dimentico
Odiato Elemire Zolla: Lo stupore infantile (Marsilio) perché a dispetto del titolo, a parte un brevissimo capitolo, poi si parla di tutt’altro. Un tradimento ☺

9. Sei il Ministro della pubblica Istruzione: scegli un libro per ogni fascia di etàda introdurre nei programmi
Materna: Piccolo blu, piccolo giallo (Emme) 
Elementare : Bisognerà , Thierry Lenain, Lapis
Lo stralisco, Roberto Piumini, EL. per IV. 
L’evoluzione di Calpurnia, Jaqueline Kelly, (Salani) 
Medie: La repubblica delle farfalle, Matteo Corardini, Rizzoli . 
Liceo: Robert Luis Stevenson, L’isola del tesoro, Adelphi 



Bisognerà, Lapis


10. A spasso nel tempo: quale libro vorresti aver scritto e/o illustrato? 
Il paese dei mostri selvaggi, di Sendak!!!

11. 3 libri da lasciare alle future generazioni 
Perché? di Nikolai Popov, Nord sud edizioni. 
Che cos’è la vita? Di Oscar Brenifier, Giunti. 
L’arca parte alle otto di Ulrich Hub, Rizzoli

12. Consigliaci 3 libri assolutamente da non perdere. 
Per i bambini: Il neige des couleurs di Han Byeung Ho (illustrazioni) Sang Kwon (testo), edizione Passage piétons. 
Il re e il cadavere, Heinrich Zimmer, Adelphi 
Per tutti (saltando alcuni pezzi) Sylvie e Bruno di Lewis Carrol, Garzanti.


Grazie ancora da parte di tutti noi, Emanuela. 

Le tue parole ci segneranno a lungo!
Valeria per LIA 


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