Breve viaggio intorno alla diversità: Quarta Tappa.

Diversità: i libri del cuore
Ed è proprio in fondo al viaggio che mi sono lasciata le cose che mi toccano un po’ più il cuore, che fanno vibrare corde nascoste, che parlano molto di quel che sono, di roba che c’è sempre stata e che custodisco con cura.
Mancano 3 albi al giro di Boa.
Il primo dei 3 ad inziare il countdown è un libro – libro non albo- di Giorgia Vezzoli “ Mi piace spiderman…e allora?” edito da Settenove.


Mi piace spiderman è la storia di Cloe una bimba di 6 anni, Cloe sa leggere, sa scrivere un po’ ed ha una mamma ed un papà forti, come direbbe l’autrice con il suo stile pop.
Quello che Cloe forse non sa fare ancora bene è orientarsi nel burrascoso mondo dei pregiudizi legati al genere, alla creazione di stereotipi nei quali, sin da piccoli, siamo costretti ad identificarci schiavi di meccanismi di consumo tipici della società attuale.
Mi piace spiderman è un piccolo manifesto che ogni genitore dovrebbe leggere e raccontare ai propri figli, un libro che ogni classe dovrebbe avere sui banchi scolastici.
Scrive Lorella Zanardo, attivista e scrittrice:
 “Ecco il libro che aspettavamo noi donne tutte: madri, insegnanti, ragazze. Il racconto di Giorgia Vezzoli ci libera, ci apre le gabbie e davanti a noi si apre il futuro. Da inventare, finalmente a modo nostro.”

E devo dire che anche il modo di raccontare il girovagare di Cloe nella vita, che va e viene da casa a scuola e da scuola a casa, ogni giorno, con un dubbio in più, con un po’ di consapevolezza guadagnata, con una maglia da maschio e un invito da femmina, guarda al futuro. Il libro è a metà tra un diario e una confessione. Ha la freschezza autentica di un baby flusso di coscienza e al contempo si pone anche come una guida, ti tiene letteralmente per mano e attraverso le sue domande dirette e le sue risposte ti rassicura esattamente come farebbe una mamma col suo bambino. Infatti nelle illustrazione presenti, che supportano egregiamente il racconto, discrete ma significative, gli adulti non sono mai rappresentati poiché l’altezza è altezza bimbo.130cm di prospettiva esistenziale sparata in tutto il suo candore! Mi piace spiderman è un libro formativo con brio.
 Un must have per poter approcciare un dialogo sulla diversità anche con bimbi dai 5/6 anni in su.

Ed eccoci arrivati a fine corsa. Non avrei mai creduto di farcela onestamente. Per cui già questo è un buon segno e un altrettanto buon risultato.
E’ l’una di notte ed a casa mia regna un raro e ovvio silenzio. 
Scrivere di questa diversità oggi era un atto urgente e necessario, il valore profondo di queste ore dedicate a scrivere di libri, o meglio a parlare di libri liberamente, divertita, lo potrò capire solo io e forse chi riceverà la mail a breve e mi dirà se può andare o meno, ma c’è molto amore e molta dedizione in queste parole….e soprattutto l’umiltà di mettersi a disposizione e la gioia autentica di condividere.
L’ultimo binomio impossibile su cui scriverò (per forza di inerzia vista l’ora!!!) e quello che più mi fa battere il cuore, benché debba ancora studiare sodo per poterlo sviscerare al meglio.
Diversità come modalità narrativa.
Diversità legata alla scrittura, al racconto, alla parola, al segno.
Allora li sparo tutti d’un fiato così ci si toglie subito dal casino!
  1. Rodari e le sue “favole al telefono” illustrate da S. Mulazzani per Einaudi Ragazzi
  2. Rodari e le sue “favole al rovescio” illustrate da Nicoletta Costa per EMME edizioni
  3. Viviane Lamarque e il suo “mettete subito in disordine” illustrato sempre da Nicoletta costa per Einaudi
Eh si detto fatto. Fine corsa. Con questa tripletta ad altissima velleità di analisi linguistica de noartri, concludo il giro.
Inizio col sottolineare che la presenza ricorrente di alcuni illustratori in quest’ultimo caso è voluta per raccontarvi anche, brevemente, come questo aspetto possa essere determinante per la percezione del lettore, quando la coppia autore – illustratore non è simbiotica, non produce scontro quindi poca dialettica.

Temo che questo sia il caso della Costa. Stimatissima illustratrice votata ad operazioni di moderno marketing di dubbia intensità letteraria,  a cui non nego il mio secondogenito è stato dedito con successo per un buon periodo, che ad esempio illustra per EMME edizioni le favole al rovescio del maestro del rovesciamento dei codici linguistici Gianni Rodari, con un operazione piatta, che non aggiunge e toglie nulla al racconto. Anzi produce in taluni casi un lieve senso di rabbia per la sicurezza di quel tratto, per il suo ingombro….come dire ci sono situazioni in cui un passo indietro sarebbe stato più elegante.

Se la del tutto apparente surrealità della Costa  non funziona in un mago dei rovesciamenti come Sir Gianni Rodari, trova ragion d’essere, anzi va’! Meglio dire trova asilo politico, nei racconti surreali di Vivian Lamarque.

 Quella di Lamarque è un operazione di rovesciamento interessante, mostra un giusto livello di complessità e mescolanza di segni adatta ai lettori, anche acerbi, che dovranno riceverla.
Essa scrive letteralmente delle parole al contrario oltre che presentare appunto situazioni paradossali. Il libro fa del paradosso la sua cifra stilistica e le illustrazioni si attengono didascalicamente a questo registro. Senza però compromettere, come nel primo caso, la percezione in fase di lettura. 

L’ultima e conclusiva tappa sono le favole al telefono illustrate da Simona Mulazzani. 
Quel che si è detto prima di questa illustratrice vale e viene rinforzato assolutamente in questo lavoro fianco a fianco al maestro. La Mulazzani entra in punta di piedi e si fa spazio con delicatezza all’interno di un monumento della letteratura acerba. Una sorta di altare della patria libresco dove la fiamma arde a tutta birra sempre! Le illustrazioni sono discrete e poetiche nel susseguirsi di giochi letterari di Rodari. La nostra preferita è il pulcino cosmico con cui ho ritrovato per una sera l’autentico sapore e colore del divertimento. Io e i miei figli ci siamo letteralmente scompisciati dalle risate leggendolo e quel pulcino era li, educato, pronto ad esserci ma senza disturbare, come un pulcino ben educato che non interrompe i grandi quando parlano. Ecco io apprezzo sempre in ogni cosa l’intelligenza, la sagacia, il savoir faire. Su Rodari ho volato perché come già detto è oggetto, oltre che di culto, di studio attento; ma avevo piacere ad inserirlo perché nessuno mai come lui ha saputo mettere insieme la diversità come condizione umana, le diversità di contesto sociale, la diversità dei linguaggi e la totale assenza di pre-giudizio e farne una eterna cuccagna strappa-sorrisi!
Grazie per avermi accompagnato in questo viaggio nella diversità attraverso i libri. Arrivederci al prossimo viaggio, 
Benedetta.

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