Questa settimana il nostro gioco
Indovina l'illustratore nasconde una sorpresa magnifica! Abbiamo avuto infatti il piacere e
l'onore di chiacchierare e conoscere meglio il nostro illustratore
misterioso.
Arianna Papini è un'illustratrice,
autrice, professoressa e arte-terapeuta. E' stata editrice, ha all'attivo numerosissimi premi e menzioni speciali, una lista di albi
e storie da riempire una piccola biblioteca.
Tra i suoi libri più apprezzati La
Fiaba del Vajont, Odore di bombe Profumo di pioggia, L'albero e la
bambina.
Il suo ultimo lavoro, "Cari estinti",
dedicato al marito biologo, è un'ode continua agli animali che non
ci sono più, gli estinti per leggi naturali o per cause umane. Come
in questo bellissimo albo illustrato, Arianna ha saputo già in altre occasioni affrontare temi delicati e di enorme spessore con
naturalezza e dolcezza.
Arianna è una vera e propria
intellettuale del suo campo, con enormi competenze ed esperienze.
Eppure con la sua bellezza e dolcezza, ci ha raccontato il suo mondo
senza risparmiarsi.
___________________________________________________________
Ciao
Arianna,
intanto davvero GRAZIE, per me è un
onore poterti intervistare!
Tema di questo mese è per noi quello
delle Emozioni.Tu sei capace di parlare di tutte le
Emozioni, anche quelle che di solito sono un tabù nei discorsi tra
adulti e bambini.
Illustratrice e pittrice, sei famosa al
pubblico dei lettori soprattutto per le tue tavole e i tuoi albi
illustrati. Sei spesso l'autrice dei tuoi libri, ma anche da
illustratrice scegli storie fuori dal comune: il Vajont, la guerra,
tocchi con dolcezza il tema della morte, della solitudine e della
malattia.
Sei anche mamma di due bambini che si
affacciano alla vita adulta.
Come riesci a parlare a bambini e
ragazzi di temi tanto delicati? Quali porte utilizzi?
Le porte dell'infanzia. Chi fa arte
resta bambino, lo sanno tutti. Io credo nella saggezza dell'infanzia
e per la mia esperienza in ospedale so che i bambini vogliono la
verità, che spesso gli adulti non riescono a dare loro. Ecco, è
semplice. Mi sento alla pari dei miei lettori e sempre in viaggio, i
temi sono quelli che non si possono affrontare in solitudine e il
libro è condivisione. Quando si riesce ad avere al proprio fianco
qualcuno, ogni cosa è più lieve. Così il libro è un compagno di
viaggio che ci rende possibile la traduzione dei nostri vissuti in
parole e immagini, proprio come succede con l'arteterapia. Questo
semplifica, anche se non risolve. Già poter parlare delle cose è
importante e allevia, rende meno terrifico ciò che generalmente è
inaccettabile.
Leggi ai tuoi bambini, oppure leggevi
loro quando erano più piccoli?
Che importanza hanno i libri nella loro
vita?
Assecondi le loro richieste o li
indirizzi?
Non c'era sera senza un libro. Ho letto
loro fin dalla pancia e leggo alle pance, ho avuto la dimostrazione
che questo è un ponte di comunicazione utile per sempre, anche
quando i figli si affacciano all'età adulta. Io lavoro tanto ma ho
fatto scelte radicali per poter stare con i miei figli e poterli
accompagnare verso la conoscenza dei tanti mondi che ci circondano,
condividere lo spazio lento e incantato di un libro la sera, nella
stanchezza, abbracciati è un'esperienza indelebile nella memoria
innanzi tutto per me. L'infanzia dei figli dura pochissimo, è nostro
dovere verso noi stessi passare con loro tutto il tempo a nostra
disposizione, che è sempre troppo poco. Ma quel tempo, qualsiasi sia
la durata, deve essere denso, pieno di cose da ricordare. Ho letto
loro per molti anni, poi hanno iniziato a leggere per conto loro, uno
dei due adesso non legge, ha una crisi di crescita credo necessaria,
anche rispetto a questa mamma un po' ingombrante. Ma ho scoperto che
sua sorella che è una grandissima lettrice, la sera, gli legge ad
alta voce. Sono ponti necessari.
A casa nostra, come puoi immaginare,
ci sono libri ovunque e i libri sono fondamentali. I miei figli li
portavo però molto in libreria e in biblioteca, in libreria a volte
mi hanno chiesto di acquistare un libro che non avrei mai comprato e
io mai ho detto loro di no. Chi sono io per dire che un libro non va
bene? Però ho sempre comprato anche altri libri che ho scelto io,
libri profondi, bellissimi da un punto di vista artistico e
letterario. Poi, una volta a casa, hanno capito quale fosse il libro
necessario e quale quello che finisce con l'ultima pagina. Dobbiamo
essere un supporto per i nostri figli, proporre, dare loro gli
strumenti di conoscenza utili alla loro crescita e sapere che sono
sempre molto diversi da noi, per fortuna.
Sei un'illustratrice e autrice
coraggiosa. Figlia di un neuropsichiatra e di una pedagogista,
tu stessa Arteterapeuta, sei Volontaria in ospedale e alcune tue
storie sono portate in ospedale, tra i bambini. “L'albero era
bellissimo e triste. Sognava da sempre di volare e le radici lo
tenevano stretto in un abbraccio perenne con la terra (...)”.
Chi è oggi l'autore di libri per
bambini? Ha secondo te una missione?
L'autore non è catalogabile, come in
tutti i mestieri ci sono infinite tipologie di persone. Io sì, mi
sento una missionaria nel senso che quando nasce un mio libro so che
è solo l'inizio e che lo devo far crescere, un po' come si fa con i
figli, portarlo in giro, portare a tante persone ciò a cui tengo. È
un dovere verso chi ha creduto in me, verso l'Editore, ma è anche il
movente profondo di questo mestiere, quello di diffondere e a volte
gridare qualcosa a cui teniamo, e questo qualcosa deve arrivare a più
persone possibile.
E tu senti di portarne avanti una?
Sì, tante, ma una trasversale: ai
bambini va dato sempre il meglio, abbiamo il dovere di educarli alla
bellezza e alla diversità, l'educazione all'iconografia
differenziata è la prima finestra verso l'interculturalità e
l'educazione alla lettura quella verso la conoscenza. Diamo ai
bambini immagini stereotipe e poi ci stupiamo se crescono con la
diffidenza verso le diversità, non li forniamo di libri da
piccolissimi e poi ci stupiamo che non studino volentieri a scuola.
Si tratta di miopia del mondo adulto e c'è molto lavoro da fare in
tal senso.
I tuoi disegni sono bellissime opere
d'arte, premiate e riconosciute. Il tuo stile è caratterizzato e
riconoscibile, e ben diverso da quello che, nell'immaginario
collettivo, si associa al “libro per bambini”: immagini leziose e
spesso “semplici”, rassicuranti per genitori e insegnanti.
Ecco, giusto, per genitori e
insegnanti. Si ha paura di ciò che non sappiamo spiegare e questo è
molto limitante. Spaziare verso qualcosa che non conosciamo significa
crescere e, a differenza di ciò che si pensa, se cresce tutta la
vita, mica solo quando si è piccoli… Saper dire a un figlio o a un
allievo "Non lo so" è molto importante, io che insegno e
ho due figli so bene che apprendiamo più noi dei figli e degli
allievi. Sento dare risposte sbrigative ai bambini che fanno domande
immense e filosofiche sulla vita, sarebbe un gran bene dimostrare la
nostra assenza di conoscenza, in fondo l'umanità sa che dove la
scienza non ha più spiegazioni nascono la spiritualità e la
creatività!
Quali sono invece i feedback dei
bambini e ragazzi? Cosa fa delle tue opere un prodotto adatto a
tutti?
Mi scrivono lettere commoventi, adulti
e bambini, i miei lettori. Mi dicono che li ho capiti, mi ringraziano
per aver creato spunti di dialogo su temi difficili, sono a volte
increduli che io abbia trovato proprio le parole che li
rappresentano. Per la seconda domanda be', io quando faccio un libro
non penso a un target, parola che odio, penso a parlare
universalmente e in modo autentico e sincero di qualcosa a cui tengo,
e l'universalità del linguaggio secondo me è fondamentale.
Per venticinque anni direttore
editoriale e artistico di Fatatrac, in questo ruolo hai portato
avanti una “tradizione” familiare da tre generazioni.
Conosci bene il mercato del libro e le sue mille sfacciettature.
Cosa fa del Libro ancora uno
sconosciuto per molti? Quali potrebbero essere le strade di
riappacificazione? E per i bambini?
Il mercato del libro lo conosco ma in
qualche modo non ne tengo conto quando lavoro. È semplice vendere
bene un libro che ha alle spalle una serie di cartoni animati,
quaderni, gadget e un editore potente che acquista le vetrine delle
librerie. Ma il libro di qualità è quello che porta avanti un
messaggio forte, sia per i testi che per le immagini, e può vendere
anche quello, anche se i numeri sono diversi. Come in tutte le cose
della vita si può scegliere se arricchirsi con il proprio lavoro da
un punto di vista pratico, fare soldi, oppure da un punto di vista
interiore, esprimersi e condividere messaggi e avere il giusto per
vivere. Il libro non commerciale può vendere se l'autore lavora
insieme all'Editore sentendosi in una via comune e non contrapposta,
e per la mia storia questo è molto facile da realizzare. Si dovrebbe
anche sdrammatizzare un po' la possibilità di fruire di un libro, il
libro è un immenso contenitore ma è anche un oggetto, è
preziosissimo e allo stesso tempo abbordabile (cosa sono 14 euro in
confronto a un tablet o a uno zainetto firmato?), per cui l'unico
problema è l'educazione alla bellezza, e non dobbiamo aver paura di
usare i termini giusti...
Sei inoltre “paladina” delle
biblioteche: hai dedicato la tua lista di nozze a favore della
Biblioteca di Sarajevo distrutta dalla guerra, oltre che raccogliere
fondi a favore di altre biblioteche e promuovere attività culturali
all'interno di esse.
Facciamo un appello: perché c'è
bisogno di luoghi come le Biblioteche?
Perché le biblioteche rappresentano
l'ultimo luogo gratuito e dunque democratico di erogazione della
cultura. Chi non ha la possibilità di acquistare un libro, e
purtroppo di questi tempi esistono molte famiglie in questa
situazione, può andare in biblioteca e lì usufruire della cultura
in modo spesso accuratissimo e gratuito, è una cosa molto importante
e di grande valore.
Pensi che le librerie possano colmare
questa mancanza?
La libreria e la biblioteca sono due
realtà diverse e ugualmente indispensabili. Una non può sostituire
l'altra, diventare proprietario di un libro perché si è acquistato
è una cosa bellissima e di grande soddisfazione, condividere un
libro già usato, che ha i segni concreti di questa condivisione, una
pagina un po' piegata, una copertina consumata, fa sentire il lettore
appartenente a un gruppo e dunque più forte.
Insegnante
universitaria e di corsi di illustrazione, terrai il prossimo a Roma,
venerdì
23, sabato 24 e domenica 25 gennaio, presso B17
Illustrations:
"La forma dei sogni", tre giorni dedicati all'autobiografia e alle
tecniche espressive, un lavoro di auto-narrazione grafica per giungere
a dare forma e colore alle esperienze, ai percorsi interiori, ai
desideri.
Conoscerai ogni anno decine
(centinaia?) di futuri autori e illustratori.
Sì e, a differenza di quello che si
pensa, l'Italia è una fucina meravigliosa di penne e pennelli…
dobbiamo saperlo e guardarci intorno.
Di cosa è fatta la valigia del bravo
illustratore e/o autore per l'infanzia? E nella tua cosa c'è?
Nella mia e in quella di chi inizia ci
deve essere sempre una cosa fondamentale, l'umiltà. Il nostro è un
lavoro artistico, bellissimo, e dunque un continuo percorrere. Mai
sentirsi arrivati da qualche parte, siamo sempre in cammino. Chi
viene da me a imparare lo sento simile, lavoriamo insieme per
crescere, progredire, fare scoperte continue. L'altro ingrediente
importantissimo è l'impegno. Questo mestiere vuole da noi una
dedizione incredibile, non ci sono domeniche o notti, ci dobbiamo
dare anima e corpo e solo così possiamo raggiungere un buon
risultato professionale.
E ora... ti va di giocare con noi?
CERTO!!!
Questo è il gioco di LIA, per darci e
darti il benvenuto!
Il primo libro che ricordi...
Un libro meraviglioso che mi leggeva la
mia mamma, era una Biancaneve che non ho mai più ritrovato,
illustrazioni bellissime, su fondo scuro, accuratissime un po' come
quadri fiamminghi. In quei boschi di sfondo potevi specchiarti e
incontrare le tue grandi paure, in quella neve dipinta in modo
impeccabile sentire il freddo della solitudine. Indelebile nella mia
memoria.
Ultimo libro letto
Tutti i gialli di Kamila Lackberg
Incendio! Scegli un oggetto e un libro
da salvare.
Gli oggetti e i libri sono dentro di
noi… gatta, figli e marito, a questo penserei!
Il personaggio letterario che più ti
somiglia
Non lo so… sono così tanti… ma mi
sono molto riconosciuta in Anna, la protagonista de "Il paradiso
di Anna" di Stian Hole, anche se per fortuna la mia storia è
molto diversa dalla sua. Ma la capacità di sognare e di vedere forme
laddove c'è il dolore astratto, di immaginare scene laddove non ci
sono parole, ecco, in questo mi sono riconosciuta con lei.
Un autore con cui andresti a prendere
un caffè, uno con cui andare in vacanza e uno da sposare.
Andrei a prendere un caffè con molti
autori, ne conosco tanti e sono spesso persone meravigliose. Ma forse
prenderei un caffè con Mario Mariotti, amico perduto prematuramente
scomparso anni fa, perché mi manca proprio. Non andrei mai in
vacanza con un autore perché sicuramente non sarebbe una vacanza. E
sposare sposerei solo mio marito, che è un biologo.
Miglior libro da regalare a chi ami
Il mio ultimo libro per Kalandraka,
"Cari estinti" a mio marito che si occupa di ambiente.
Infatti l'ho dedicato a lui.
Entra in un libro e cambia il finale.
Dove sei e cosa è successo?
Cappuccetto rosso. Il cacciatore l'ho
fatto fuori, il lupo è vivo e io, Cappuccetto, me lo porto in centro
a Firenze con la pettorina e la paletta per raccogliere i suoi
bisogni.
"Cappuccetto e il Lupo", acrilico su tela |
Il libro che meno ti è piaciuto e
quello che hai odiato
Impossibile, se un libro non mi piace
smetto subito di leggerlo. Ho letto in anticipo i grandi libri
obbligatori al liceo, durante l'estate, e li ho amati profondamente
proprio perché non sono stata obbligata… come ad esempio "I
promessi sposi".
Sei il Ministro della pubblica
Istruzione: scegli un libro per ogni fascia di età (materna,
elementare, medie e liceo) da introdurre nei programmi
Impossibile: non potrei essere il
Ministro della pubblica istruzione perché stare nelle istituzioni
con le regole di oggi per me è troppo difficile. Impossibile perché
mi rifiuto di dare a libri che amo fasce d'età… anzi, detto
meglio, i libri che amo non hanno fascia d'età. Impossibile perché
sono contraria ad obbligare i ragazzi a leggere, devono trovare loro
il gusto di farlo quando arriva il momento, che per ognuno è
diverso.
A spasso nel tempo: quale libro
vorresti aver scritto e/o illustrato?
Il mio prossimo libro, sempre. Ma se
torno alla memoria "La valle dell'Eden" di John Steinbeck e
"Delitto e castigo" di Fedor Dostoevskij
3 libri per bambini da lasciare alle
future generazioni
"L'anatra la morte e il
tulipano" di Wolf Erlbruch perché ci si ricordi che
della morte dobbiamo sempre saper parlare, "Nel paese dei mostri
selvaggi" di Maurice Sendak perché ci si convinca che il tempo
conta fino a un certo punto e perché no, il mio "Cari estinti",
che ho scritto e illustrato proprio per le future generazioni,
affinché gli animali possano riconquistare i propri diritti.
Consigliaci 3 libri assolutamente da
non perdere
"I cinque malfatti" di
Beatrice Alemagna, "L'estate di Garmann" di Stian Hole,
"Senzaparole" di Roger Olmos.
Arianna, Grazie di cuore. Ci hai aperto
le porte come si fa con gli amici.
E ci hai permesso di conoscerti.
Buon lavoro e ...raccontaci altre
storie.
Valeria
Brava Valeria e stupenda Arianna Papini. I suoi libri sono meravigliosi e lei ancora di più.
RispondiEliminaGrazi Teuta! Lei è stata Dolcissima e gentilissima!
Eliminasemplicemente affascinante!!!
RispondiElimina