Cara Angela,
a novembre 2014 compi 40 anni ed è giunta l'ora che tu faccia un bilancio, se non della tua vita, delle tue letture giovanili, per ricordare quale fu l'origine di quella passione divorante per i libri (e un certo qual caratteraccio) che ti porti ancora dietro.
"Da che ho memoria ricordo mia madre mentre alla sera leggeva per me e mia sorella: i classici per bambini, certamente, e poi letture sempre più complesse come Il vento nei salici. Avevo non più di sei anni e ricordo la fatica di capire certe parole difficili, certe
incomprensibili espressioni tipiche inglesi, certe frasi ironiche su cui mia madre scoppiava a ridere e che mi lasciavano, a me bambina, insofferente e insoddisfatta. Poi iniziai a leggere e decisi che le mie letture me le sarei scelte da sola. Adoravo la voce di mia madre, ma con quanta ansia percorrevo le pagine dei libri che leggevo da sola per arrivare alla fine della storia! Per tutte le elementari e le medie ho trovato nei libri degli amici carissimi e affidabili: Piccole donne, Pollyanna, Otto cugini, e poi al mio compleanno degli otto anni, insieme a una meravigliosa bambola grande quasi quanto me, arrivò Orgoglio e pregiudizio
e il mondo non fu più lo stesso, perché da quel momento cominciai ad
esplorare la libreria di mia madre, una miniera di classici italiani e
stranieri.
Il ricordo che ho di me bambina è con un libro in mano: alla sera prima di dormire, al buio con la luce che arrivava dal corridoio, al mare sotto il sole cocente e impietoso, a scuola durante l'intervallo, durante le lezioni con il libro sotto al banco, negli spogliatoi della palestra prima della lezione di ginnastica, durante la lezione di ginnastica fingendo mal di pancia. Un classico era per strada: non si contano le persone investite, i piedi calpestati e i lampioni presi in fronte.
Credo che Pollyanna mi abbia reso una entusiasta della vita ad ogni costo, Piccole donne mi abbia aperto al sacrificio e all'abnegazione, Il cucciolo mi abbia fatto odiare irrimediabilmente la Natura matrigna (Leopardi poi ci ha messo il carico da 40), Otto cugini mi abbia fatto capire che avere sette cugini maschi e belli sia una esperienza piuttosto interessante e da provare, e via andare... Non vi dico poi quando lessi Dickens o I ragazzi della via Pal! Piansi per giorni. Una infanzia difficile, la mia, non c'è dubbio.
Una volta diventata mamma ed entrata nel reparto bambini (da me decisamente evitato fin dai dieci anni di età) fui scandalizzata da tutta questa gioia e felicità nei libri per bambini. Parole come amore, festa, calore, gioia, luce, bellezza, bene, pace erano su ogni pagina, piene di colori, cuoricini, giochini, stelline, palline... e il sacrificio? E l'abnegazione? E gli orfani? Dove erano andati a finire gli orfani? Neppure gli animali erano più martirizzati, uccisi, sacrificati! E le bambine costrette a subire rimproveri e a lavorare in cucina dove erano?
Le bambine ora sono tutte principesse, sono amate, desiderate, sono la gioia degli occhi dei loro genitori! Cosa è successo in vent'anni?
Insomma, il libro per bambini è profondamente cambiato, seguendo la nuova pedagogia che vuole il bambino amato e considerato, protetto, avvolto da luci calde e abbracci teneri.
E dunque è giunto il momento di riscattare la mia infanzia.
Quindi sono qui, con tutte voi, per provare a ritrovare una me bambina un po' calpestata e mortificata e ridarle quella felicità, anche nei libri, che non ha mai avuto."
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