Karl Bruckner
ill. Carlo Molinari
traduzione di Maria Minelloro
Giunti
Non l'avevo mai letto. Si può succedere anche ai migliori di lasciare per la strada uno di quei libri considerati un must. In realtà non ne avevo mai sentito parlare e una premessa è quindi necessaria. La Second Guerra Mondiale non era un tema così sentito in Spagna quando io stavo diventando una forte lettrice. Non se ne parlava proprio. Ricordo che della Shoah sono diventata consapevole soltanto dopo aver visto "La lista di Schindler". Sono sempre stata appassionata di cinema bellico, una passione trasmessa da mio padre. Ma ho iniziato a leggere tanti libri, per ragazzi e non, sul tema quando ho visto per la prima volta il vagone che a gennaio posizionano in Piazza Bra a Verona. Perché la verità mi ha colpita in faccia e sentivo il bisogno di sapere. "Se questo è un uomo" non l'ho ancora finito. Vado piano...
Il gran sole di Hiroscima è arrivato alle mie mani per caso. Un giorno, tra una lezione e l'altra, ho fatto una pausa nella biblioteca della scuola. E ho visto il titolo. Ho iniziato a leggere subito. Nell'ora successiva avevo un incontro di lettura, il primo dell'anno, con una classe seconda. Ho chiesto il titolo del loro libro preferito. L'ho chiesto anche alla maestra che, con mia grande sorpresa, ha nominato proprio "Il gran sole di Hiroscima" come libro che l'era rimasto nel cuore.
A distanza di mesi l'ho finalmente preso di nuovo in mano e l'ho letto. Nella foto la copertina del libro preso in biblioteca. Oggi c'è una nuova edizione che, mi auguro, abbia una migliore traduzione. E, meno male, non è più consigliato per la scuola elementare ma per le medie. A mio avviso, per i bambini di oggi, leggere questo testo alle elementari sarebbe prematuro. Pochi i lettori che conosco a cui potrei consigliarlo prima dei 10 anni. E su questo dobbiamo sicuramente porci della domande.
- Perché ci risulta così difficile parlare di certi temi con i bambini, anche piccoli?
- A che età devono scoprire cosa fu la Seconda Guerra Mondiale? Gli orrori di cui gli essere umani siamo capaci?
"Cos'altro ci resta se non la poesia dei grandi uomini, dopo aver visto che tutto ciò che aveva un valore, in questa guerra è stato calpestato e gettato nel fango? Se trono a casa potrò convincermi nuovamente di non essere una bestia selvaggia ma un uomo, solo quando sarò seduto in un teatro e, attraverso degli attori, un poeta mi parlerà. Capitemi bene: uno dei pochi eletti che possa convincermi che l'uomo è una creatura di Dio e non del diavolo."
Veniamo al libro.
C'è un prima e un dopo. E due visioni diverse del prima e del dopo. Quella dei vincitori e quella dei vinti. All'inizio troviamo la descrizioni della situazione della seconda guerra mondiale prima del lancio della bomba. Un po' come la mappa che i generali hanno sul tavolo. Questa può risultare un po' noiosa ed è, sicuramente, didascalica, seppur un minimo di introduzione storica fosse necessaria. Per questo motivo, forse, consigliere di leggere "Il gran sole di Hiroscima" dopo aver studiato il periodo storico. E' molto importante capire a che punto era arrivata la Guerra per poter anche minimamente immaginare le motivazioni che portarono al lancio della bomba atomica.
Il libro racconta 2 storie.
- da una parte la vita nella città di Hiroscima prima e dopo la "grande folgore". L'autore ci presenta vari personaggi, civili e militari, con i loro pensieri e le loro vite. Protagonisti del libro sono i 2 fratelli: Scigheo,10 anni, un bambino responsabile che vada alla sua sorellina Sadako, di 4 mentre la mamma lavora. Il babbo è un soldato. L'autore ci descrive un'immagine del Giappone che rimane impressa. Una cultura totalmente diversa dalla nostra. Vivere durante la Guerra con la speranza che presto finirà. Per poi vivere o morire dopo la caduta della bomba atomica. E questa la parte più importante di questo libro. Racconta la speranza, la difficoltà, la risalita. E fa riflettere anche noi adulti che vediamo (almeno per me era così) quel fungo in una immagine e pensiamo che tutto sia finito lì. Tanti morti. Non ci fermiamo, credo per proteggere noi stessi, a pensare al dopo. A come si possa sopravvivere dopo un evento così, se.... si sopravvive.
- l'altra faccia della moneta sono gli americani. Anche in questo caso prima e dopo la bomba. Prima ci presentano i militari e ci rendono partecipi dell'ignoranza con cui la missione fu portata a termine. Come nemmeno l'equipaggio si aspettasse un evento così devastante. Gli alleati tornano alla fine del libro, nei panni del personale medico dell'ospedale. Arrivati per aiutare il Giappone ad affrontare le malattie che continuano a presentarsi a distanza di anni si trovano ad affrontare un modo di vivere la malattia e la morte che spiazza. Un confronto tra scienza e credo che potrebbe portare a interessantissimi confronti.
"Il signor Sasaki, irritato dalla reazione di Yasuko, fece un ceno al figlio.- Vieni qui! Dimmi, che cosa faresti, tu... Supponi che ci sia la guerra. Tu sei un soldato... no, sei un aviatore. Ti viene ordinato di sganciare una bomba su una città nemica.
Scigheo non capì. Lui era tanto preoccupato per Sadako e suo padre parlava di guerra e di lancio di bombe. Ora anche la mamma insisteva.- Di' che cosa faresti Scigheo. Tu lo sai com'è orribile la guerra, l'hai provata.- Se io.... fossi un aviatore? - balbettò Scigheo. - Non so che cosa... Sì... credo che dovrei obbedire. Ma...- Hai sentito, Yasuko? - lo interruppe il signor Sasaki, infervorato. - Obbedirebbe, perché sa che un soldato viene fucilato se non esegue un ordine.- Non l'hai lasciato finire - ribatté Yasuko. E a suo figlio ordinò: - Continua. Hai detto "ma"... Dunque non saresti proprio deciso a gettare una bomba.- No, mamma, io... rivedrei davanti ai miei occhi Hiroscima distrutta, e tutti quei morti, e quelli con i vestiti in fiamme... Io... no! Non potrei farlo! - Il suo sguardo si smarrì. Mormorò, in un soffio: - Preferirei farmi fucilare. Sì, sì, meglio morire che diventare un assassino di innocenti.Il signor Sasaki, colpito, si mosse un labbro. Yasuko accarezzò il figlio con lo sguardo.- Tu sei un eroe. Un eroe molto più grande del soldato coraggioso. Le tue parole mi rendono felice."
E', indubbiamente, un libro da leggere e far leggere. Il libro parla di moltissime cose ed è necessario poi, a mio avviso, approfondirle. Magari una alla volta.
- Vivere in tempo di guerra.
- L'echipaggio e la sua vita dopo la bomba.
- Hiroscima dopo la bomba.
Sia che venga proposto in classe che in una lettura autonoma, se prima dei 15 anni, va mediato.
Zenit del libro è "il secondo", la descrizione del momento in cui esplode la bomba. Due pagine perfette. Lette a voce alta ti spezzano, davvero.
Questo libro va aldilà della storia dei 2 fratelli e racconta molto di più. Racconta la vita e la morte. L'onore. La paura. L'orrore. L'amore. L'impotenza. E la speranza.
Appartengo alla classe 1964 non ricordo mai se lo lessi in 4 o 5 elementare ricordo però di non aver mai smesso nella vita di ringraziare la maestra per averci fegato Sudako in sostituzione di Pinocchio cui nulla voglio togliere Lo sto rileggendo perché da allora mi mancano la sua dolcezza sincerità drammaticità e soprattutto speranza e consapevolezza che mi aveva insegnato L ho sempre vissuto come un romanzo certo storico ed istruttivo ma senza sensi di oppressione o laurea bensì di dolcezza perché narra la guerra ma anche l amore del genere umano Somma sono a caccia della edizione figurata x ritrovare i sorrisi di Sudako e suo fratello il colore del cielo infiammato il grigio della città distrutta e soprattutto i bianchi origami di cicogne se ben ricordo che mi danzavano intorno tua di chiudevo il libro per poi volare via e sempre tornare Scusate la eccesso di melassa ma stiamo vivendo un momento che mi ha fatto sentire il bisogno di rileggerlo sicura di ritrovarci la forza e la speranza nel genere umano che instilo nella Tiziana bambina
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