Sinnos in sardo significa "segno".
Ed i segni per questa casa editrice romana,
al loro venticinquesimo compleanno,
sono un fattore costituente.
I segni grafici delle font facilitate,
che dal 2006 permettono a tutti i bambini, ragazzi e, perché no, adulti, di leggere liberamente le loro storie.
La font Leggimi nasce con la collaborazione di professionisti
che lavorano per ridurre al minimo
gli effetti di confusione o fatica
che possono derivare da alcuni caratteri,
soprattutto in casi di dislessia.
Segni ne ha lasciati tanti
nelle situazioni più lontane dove è arrivata,
a partire da carceri fino ad arrivare
dopo un lungo viaggio a Lampedusa.
Sinnos sta lasciando il segno nel mondo dell'editoria per l'infanzia
con i numerosi premi vinti e i temi importanti che affronta,
dalla disabilità sensoriale all'educazione alla civiltà.
Abbiamo chiesto a Della Passarelli di lasciare anche a noi un Segno,
una testimonianza del loro agire,
soprattutto a favore delle biblioteche,
della promozione alla lettura e
dell'attenzione nei confronti di chi legge con difficoltà.
Le Diversità sono arricchenti quando non diventano barriere, ma testimonianze, segni appunto, di mondi differenti.
Come nasce il vostro progetto legato ai libri accessibili?
Nasce innanzitutto dalla volontà da sempre presente nel nostro progetto editoriale di rendere i libri accessibili a tutti i bambini e ragazzi. Abbiamo iniziato, ormai 25 anni fa, con la collana I Mappamondi e proseguito con Zefiro, accogliendo le tante lingue che "arrivavano" nel nostro paese: dal tagalog all'arabo, dal rumeno al cinese. Volevamo accogliere i nuovi cittadini anche con la loro lingua materna, rendendo accessibile la lettura, anche da parte dei loro genitori e far sì che trovassero nei libri un po' della loro identità, da scambiare con i ragazzi italiani.
Ci può raccontare la storia di questa collana?
Intorno al 2006 insieme ad una neo-nata casa editrice, Biancoenero, abbiamo pensato e condiviso la collana Leggimi. Una di loro - che adesso rimane curatrice della collana per Sinnos, Laura Russo - ha un'esperienza di dislessia. E così si sono aperte le porte ad una nuova avventura. E' stato un lavoro prezioso, per entrambe. Abbiamo realizzato la prima font Leggimi e iniziato a tradurre alcuni titoli della Barrington Stoke, una casa editrice scozzese che da moltissimi anni pubblica libri di autori straordinari ma li rende accessibili a tutti, in particolare ai dislessici. Poi le nostre strade si sono divise, Biancoenero ha proseguito da sola, come era giusto, ormai forte di una formazione e di un riconoscimento tra gli editori per ragazzi: fa ottimi libri, tutti mirati alla alta leggibilità.
Noi abbiamo mantenuto Leggimi e l’abbiamo declinata in tante forme diverse: dalle prime letture con il maiuscolo di Leggimiprima alle graphic novel, con il Leggimigraphic. Grazie anche alla collaborazione di neuropsichiatri e logopedisti e un gruppo di studenti della Università di Camerino.
Perché tutti i libri non usano font ad alta leggibilità? E quali sono i criteri per rendere un libro accessibile?
La font è parte del libro, gli dà carattere. Ciascun editore fa le sue scelte e anche noi non usiamo sempre la font leggimi, anche se la usiamo nella maggior parte dei nostri libri. Ad esempio Uovo Nero, altro ottimo editore per ragazzi, ha scelto di utilizzare la font Verdana, che è senz'altro una font ad alta leggibilità.
I criteri per rendere un libro accessibile non sono solo legati alla font, che è stata studiata passo passo, e che ha uno spessore uniforme, che evita assottigliamenti che possono provocare confusione; assenza di legature; una spaziatura particolare tra le singole lettere, decisamente più larga rispetto alle comuni norme di composizione tipografica e che facilita la lettura dei caratteri e alcuni accorgimenti che riducono al minimo gli effetti di confusione che derivano dalla lettura di alcune lettere, soprattutto quelle speculari (d-b, q-p). Una font però non per basta superare le barriere che una comune impaginazione può creare a lettori con difficoltà: serve spaziatura adeguata tra le singole parole e una interlinea maggiorata, per rendere la lettura piacevole e non faticosa; si segue una procedura di giustificazione e di sillabazione diversa dal normale, utilizzando la giustificazione del testo “a bandiera”, per non spezzare le parole, i periodi e quindi per rendere fluida la lettura e facilmente comprensibile il susseguirsi delle frasi; e poi utilizziamo anche una carta color avorio e opaca per non stancare la vista, e per evitare riflessi e effetti di trasparenza. C’è un lavoro “doppio” di redazione per evitare alcune difficoltà di struttura MA SOPRATTUTTO per rendere un libro davvero accessibile ci vogliono storie belle. Che prendano il lettore. Che gli facciano venir voglia di vedere come andrà a finire!
A chi sono dedicati?
Ai bambini e ai ragazzi con difficoltà di apprendimento, a bambini e ragazzi dislessici, ma anche a bambini e ragazzi stranieri che si avvicinano alla nostra lingua e quindi a chi ha “paura” della lettura, ma anche ai lettori pigri! Quelli che pensano che leggere sia noioso e difficile. Ecco conquistare questi lettori è un risultato meraviglioso.
Lei ha a cuore le Biblioteche. Quelle scolastiche, quella di Lampedusa, quella di Antonio.
Ci racconta la sua esperienza con le Biblioteche?
Io le Biblioteche le ho scoperte tardi. Quando ho iniziato a fare questo mestiere. Noi non siamo abituati alle biblioteche. Nei miei ricordi di infanzia c’è il libraio. Che trovo professionalità importantissima per educare alla lettura. Io da piccola andavo nella libreria del mio quartiere e trovato il libro che volevo: me li davano la coppia di librai che sapeva esattamente cosa cercassi.
Mia nipote, canadese, nella “library” fa tutto: legge, ascolta musica, usa il computer, e chiacchiera con gli amici. E quando c’è bufera, da casa, scarica i libri che vuole sul suo ereader, dalla biblioteca… Frequento con piacere le biblioteche, quando posso. Alle biblioteche devo molto, come editore: hanno promosso, insieme ai librai indipendenti, il nostro progetto editoriale e ci hanno creduto. Ma sono troppo poche e non in tutto il paese. E ce ne sono di bellissime, Sala Borsa a Bologna, la Biblioteca di San Giorgio a Pistoia… Anche nella mia città ce ne sono alcune belle, ma così sacrificate! E troppo poche. Davvero troppo poche e con scarsi fondi. Per non parlare poi delle Biblioteche scolastiche. A Bologna il 1 aprile ci è tenuto un convegno proprio su questo. Nelle nostre scuole i libri ci sono solo dove c’è chi ci tiene. E si spende perché ci siano. Per il resto non è obbligatorio avere una biblioteca. Il Forum del libro, di cui faccio parte, ha recentemente lanciato la settimana del libro nelle scuole: si realizzerà a Torino nella settimana del 20 aprile. Una provocazione: troviamo il tempo e il modo di leggere almeno per una settimana! Infatti anche nei programmi scolastici più si sale di grado e più sembra esserci meno tempo per la lettura… Un dramma
Credo molto in quello che dice Antonella Agnoli (Le piazze del sapere, uno dei suoi libri più famosi) quando dice che la Biblioteca è un luogo di incontro. Di scambio. Che oggi manca più che mai. Quindi civile sarebbe averne molte, dove le persone non solo possano trovare libri e giornali, ma anche servizi. E possibilità di comunicare guardandosi negli occhi, a voce, e non per messaggini. Questo succede alle Balate, in un quartiere “pericoloso” di Palermo, c’è un luogo aperto a tutti: bambini, genitori, lettori. Libri, servizi, accoglienza. Straordinario. E ce ne sono tanti di luoghi così, sparsi nel nostro paese. Ma ci sono anche luoghi come Lampedusa. Luogo scelto da Ibby Italia come simbolo di un territorio dove ci sono oltre 1000 bambini e ragazzi scolarizzati (italiani, peraltro) ma dove non c’è una libreria né biblioteche. E’ stato emozionante vedere come i libri cambiassero la vita dei bambini e ragazzi lampedusani, di come il tempo, l’attenzione, il desiderio diventassero più vivi. Ormai ce lo dicono i neuroscienziati: leggere è una attività che il nostro cervello ha conquistato. Grazie a questa capacità il nostro cervello si è sviluppato. E’ in grado di fare più operazioni. Consiglio sempre Proust e il Calamaro, della Wolfe. Lettura illuminante.
E poi, leggere, ci regala il tempo.
La pausa. Il ritrovarsi.
Io sono convinta che libri e lettura creino cittadinanza. Lo ha scritto anche GUSTAVO ZAGREBELSKY dicendo che libri e lettura hanno a che fare con la cittadinanza..
Come la presenza di Biblioteche può diventare un porto sicuro?
Come ho detto prima le biblioteche sono luogo di incontro e di confronto. Dove si possono trovare libri, persone, strumenti, utili a non restare soli.
Lampedusa rappresenta l'approdo e il confine, terra di passaggio di colori, profumi, popoli e culture. Un linguaggio comune lo creano proprio i libri.
Come si può parlare di integrazione e diversità ai bambini oggi?
Raccontandogli le storie, leggendogliele. I libri sono ricchi di possibilità. Pongono domande, ci offrono possibili soluzioni.
La scuola ha ancora un ruolo nella partecipazione alla lettura e nella costruzione di un'identità di lettore?
I dati sono allarmanti, la lettura è sempre più messa da parte dagli italiani. Da dove dobbiamo ripartire per invertire la tendenza?
foto tratta da Huffington Post |
E ora, se vorrà, il gioco di LIA!
1. Il primo libro che ricorda
I Viaggi di Gulliver, letto ad alta voce da mio nonno
2. Ultimo libro letto
Funny girl, Nick Hornby
3. Incendio! Scelga un oggetto e un libro da salvare.
No non ce la faccio. Troppi. Prendo quello che sto leggendo ora: La principessa sposa.
4. Il personaggio letterario che più le somigliaOddio, forse Jo March,
5. Un autore con cui andrebbe a prendere un caffè, uno con cui andare in vacanza e uno da sposare
Ho recentemente letto Paolo Nori, che non conoscevo: caffè. Vacanze e matrimoni.. no, io sono piuttosto difficile nelle scelte. E felicemente sposata!
6. Miglior libro da regalare a chi amaOgni persona ha il suo libro. Li scelgo accuratamente e amo persone diverse….
7. Entri in un libro e cambi il finale. Dove è e cosa è successo?
Non ho letto libri dei quali cambierei finali, anche se magari ho pianto
8. Il libro che meno le è piaciuto e quello che ha odiato
Non mi piace fare nomi. I miei amici cari sanno chi proprio non sopporto.
9. E' il Ministro della pubblica Istruzione: scelga un libro per ogni fascia di età (materna, elementare, medie e liceo) da introdurre nei programmi
Se fossi ministro della Pubblica Istruzione vorrei che nelle scuole ci fossero le biblioteche e almeno 3000 titoli per ciascuna fascia di età!
10. A spasso nel tempo: quale libro vorrebbe aver scritto e/o illustratoTanti sono i libri che avrei voluto pubblicare. Un albero cresce a Brooklyn (Betty Smith) lo avrei pubblicato volentieri. E poi Piccole donne!!!
11. 3 libri per bambini da lasciare alle future generazioni
Io davvero sono pessima su questo. 3 sono troppo pochi, come ha detto una volta Camilleri: un lettore non può scegliere solo uno o pochi titoli da lasciare o salvare. Nei miei post su Huffington trovate alcuni consigli di lettura
12. Ci consigli 3 libri assolutamente da non perdere
Ah! Per non ripetermi allora:
la bibliografia della Biblioteca della Legalità progetto Ibby a cui tengo moltissimo.
Ringraziamo di cuore Della per il suo tempo. Visitate il sito della Sinnos se volete scoprire tutti i libri di questa Casa Editrice.
Valeria
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